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osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.075  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
Ho già citato in passato il film Avatar… Contiene tutta una serie di elementi insoliti che mi spingono a ricordarlo, di tanto in tanto. In particolare mi aveva colpito un modo di comunicare che non avevo mai visto prima. Quando i protagonisti vivono un momento di profondo amore tra loro, guardandosi negli occhi non dicono “ti amo”, ma dicono “io ti vedo”. È curioso, eppure dietro questo scambio c’è una compensione profonda che chissà da dove è arrivata al regista, o a chi per lui... Mi è ritornata qualche settimana fa, quando una mia carissima amica si è trasferita dalla Lombardia alle Marche. Qui a Oshoba abbiamo fatto un bel pranzo tutti insieme per salutarla: è stato un vero e proprio addio. L’intensità ha raggiunto un picco all’ultimo abbraccio: “Ciao…  Fai buon viaggio,” e poi un altro picco c’è stato dopo, quando l’ho guardata allontanarsi ed è stato semplicemente “io ti vedo”. E altro non restava da dire o da fare.

A volte sembra che “amore” voglia dire un mucchio di cose da dire o fare, ma poi alla fine dei conti dietro c’è in sostanza una “presenza all’altro”.
Quando penso alle persone che ho amato e che mi hanno amato, vedo Osho in cima a tutti. E il massimo dei momenti in cui mi sono sentito personalmente amato da lui, in modo diretto, è ad alcuni suoi discorsi a Pune. Io ero uno dei tanti, tra le migliaia di persone che tutti i giorni si raccoglievano in meditazione e ascolto nella grande Buddha Hall, ma in quei giorni ero seduto abbastanza vicino da poterlo guardare negli occhi. Quell’anno, per una serie di circostanze, per ben 10 giorni di fila avevo avuto la possibilità di sedermi tra le prime file, intorno al podio su cui sedeva Osho. E quindi lo vedevo molto bene entrare e sedersi, e per me era come se ci fossimo stati solo io e lui. Poi chiudevo gli occhi e per un’ora non c’era modo di aprirli: ascoltavo in meditazione le sue parole. Poi li aprivo per un po’ e lo guardavo. E – sorpresa! – anche lui mi guardava, come guardava tutti, ma da quell'angolazione lo vedevo davvero bene quello sguardo. E ancora oggi so che Osho mi amava proprio grazie a quei momenti. Quel suo guardare dritto nei miei occhi era un purissimo e totale “io ti vedo” che conteneva esattamente “tutto”. Era un “Ti accetto assolutamente, totalmente e incondizionatamente come sei”. Era un “Sei il benvenuto, hai tutto il mio amore”.
In tutta la mia vita non mi sono mai sentito amato così in profondità da nessun altro. Ed era “solo” uno sguardo fatto di presenza. Uno sguardo che passava "a pioggia" su tutti i meditatori raccolti intorno a lui.

Oggi continuo a incontrare quell’amore nei suoi audio e video discorsi e nei suoi libri. È vero non mi sta guardando direttamente negli occhi in modo personale, ma questa cosa del “personale” lui l’ha sempre smontata dicendo che la sua realtà è una dimensione “oggettiva” impersonale, dove l’amore è il puro stato dell’essere e non una relazione individuale. Una fragranza intrinseca che permea ogni suo contributo all’evoluzione dell’umanità percepibile anche oggi! E come negare la fragranza in questi due begli articoli tratti dalla rivista Osho Times? Buona lettura – Akarmo




Sappi che esiste solo
la consapevolezza

Materia, energia, consapevolezza: 
tre livelli di una sola fondamentale realtà. 
I mistici lo sanno da sempre,
ora anche la scienza sembra
avvicinarsi a questa comprensione

 

Da un articolo di SHUNYO 
apparso sull'Osho Times

 

Ascoltando Il primato della consapevolezza, una conferenza del matematico e fisico teorico Peter Russell, ho trovato interessante sentirgli spiegare, in termini scientifici, qualcosa che Osho ci ha sempre detto: che la scienza arriva ADESSO a dimostrare ciò che i mistici sanno da millenni, ossia che tutto è consapevolezza e che non esiste nient’altro.
Peter Russell esamina le difficoltà della scienza a spiegare il fenomeno della consapevolezza e sostiene che non è un prodotto del cervello, ma è intrinseco a tutti gli esseri. 
Dice: “La scienza è in crisi: una montagna di esperienze, di dati e teorie, ma nessuno ha idea di cosa succeda in realtà”. 

Nel The Book of Secrets, il famoso Vigyan Bhairav Tantra, dove Osho esplora le 112 antiche tecniche tantriche, c’è una meditazione, la numero 107, chiamata Sappi che esiste solo consapevolezza e basata sul seguente sutra:

Questa consapevolezza esiste nella forma di ciascun essere. 
E null’altro esiste. 


In commento alla tecnica, Osho spiega che se in passato gli scienziati ritenevano che esistesse solo la materia e null’altro, ora però sono giunti alla conclusione che la materia è soltanto apparenza. Appare come tale perché non siamo in grado di guardare veramente in profondità, altrimenti vedremmo che la materia in quanto tale scompare e resta l’energia:

“Questo fenomeno dell’energia, questa forza energetica immateriale è nota ai mistici da tempi remoti. Hanno sempre saputo che la materia è solo una manifestazione apparente. A livello profondo non esiste materia, ma solo energia. 

Ora la scienza concorda. Ma i mistici hanno aggiunto un elemento di cui la scienza non ha ancora preso atto, sono giunti a un’ulteriore conclusione: sostengono che quando si penetra nel profondo dell’energia anche l’energia scompare e resta solo la consapevolezza”.

Osho continua dicendo che siamo composti da 3 strati: corpo, energia e consapevolezza...


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La poesia del rischio

Ogni giorno è un nuovo giorno!

Da un prezioso testo di Osho
apparso sull'Osho Times

 

Nel momento in cui il dubbio muore nasce la poesia. Il dubbio crea la filosofia, la fiducia crea la poesia. E la poesia è il mio messaggio. La filosofia va messa da parte, è spazzatura e appesantisce solo la testa. Non dà ali al cuore e per conoscere la realtà e per viverla c’è bisogno di ali. Bisogna essere capaci di volare oltre la forza di gravità della Terra: questa è poesia. 

Poesia significa qualcosa su cui l’attrazione gravitazionale non ha effetto. Poesia significa qualcosa di miracoloso. Poesia significa qualcosa che nella realtà non dovrebbe succedere eppure accade... L’incredibile!

La poesia non è l’approccio logico alla realtà. E hai sofferto abbastanza a causa della logica. È ora di liberarti di questa vecchia malattia. Quando è troppo è troppo. Ti ha fatto male a sufficienza, ed è arrivato il momento di guarire e tornare integro.

Per poesia non intendo la poesia in senso letterale, perché se una persona vive amorevolmente tutta la sua vita diventa poesia. Tutto ciò che fa è poesia, non può fare altrimenti. Se siede in silenzio c’è poesia nel suo silenzio. Se cammina in giardino è la poesia che cammina in giardino, tra gli alberi. Se parla, è poesia ciò che dice, se ascolta, è poesia ciò che ascolta.
 


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