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osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.087  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
L’altra sera, facendo zapping in TV, mi son fatto tirar dentro da un vecchio film di avventura e fantascienza anni ’90, Stargate. Dal principio non avevo tanta voglia di rivederlo per l’ennesima volta, ma poi si sa, le cose ben fatte ti acchiappano. E, stranamente, mi ha ricordato un prezioso momento con Osho che credo di non aver mai raccontato a nessuno.

Era un darshan, ai tempi in cui Osho alla sera riceveva piccoli gruppi di persone fuori da casa sua, in Lao-Tzu House. Un darshan era l’occasione per prendere il sannyas, o per fargli delle domande personali, o come me quella volta, per semplicemente stare seduti molto vicini a lui e godersi la sua presenza, ascoltandolo e guardandolo in azione. Quella sera mi sono trovato in posizione frontale e in seconda fila, quindi ero proprio davanti.
Mi rilasso spontaneamente – mi sentivo proprio a casa – e mi godo il privilegio inaspettato di tanta vicinanza. Chiamano i nomi di chi prende il sannyas e tra loro sento chiamare il mio vecchio nome – ero sannyasin da un mese e avevo quindi appena cambiato nome. Istintivamente giro la testa per vedere chi era questo Walter che si alzava e avanzava verso Osho. Curiosità leggera e istintiva... Poi torno subito a guardare Osho davanti a me e letteralmente sobbalzo: lui era lì che mi guardava dritto negli occhi, immobile e intenso.
La sorpresa, l’improvviso incontro, l’intensità dello sguardo fermano per un momento la mia mente.
E mi trovo a guardare quegli occhi senza un pensiero, senza una volontà, innocentemente presente e totale. E succede una cosa che non conoscevo. Invece di incontrare una persona amata, com’era sempre accaduto guardando Osho, passo attraverso quegli occhi (è questo che mi ha ricordato il film) come fossero un portale magico verso un’altra dimensione misteriosa, un portale che mi dava accesso a... come definirlo? Spazio assoluto, luce, vuoto, il nulla, l’infinito... in cui viaggio, vado, mi perdo, non c’è inizio né fine. Poi lui distoglie lo sguardo e io torno a me, chiudo gli occhi ed entro in meditazione.

Avevo capito ciò che Osho spesso dice, che il maestro è solo una finestra attraverso cui puoi vedere l’esistenza, la realtà suprema a cui apparteniamo, che ci chiama e che ci invita.

La cosa meravigliosa è che, nell’intera sua opera di condivisione trentennale, Osho ha disseminato porte e finestre dappertutto! Le sue parole continuano ad aprire improvvise finestre sulla realtà suprema, le sue meditazioni fanno incontrare inaspettati portali misteriosi... Se sei un lettore dei suoi libri sai di cosa parlo! Se usi le sue meditazioni, anche saltuariamente, sai che balzi quantici ti fanno fare! 

Tra l’altro, la nostra iniziativa di invitarvi a scrivere i vostri racconti d’esperienze con Osho e la meditazione sta producendo i suoi frutti: i primi appariranno sulla rivista di novembre: tutte storie di magici incontri nella terra di confine tra noi e il maestro! (Puoi ancora partecipare scrivendo a marga@oshoba.it o rispondendo a questa newsletter).

E c’è un’occasione in arrivo per sedersi in prima fila davanti al portale di Osho sul mistero che è la vita: Liberi di Essere, nel mese di ottobre a Milano. Un momento imperdibile!

In attesa di vederci tutti lì tra pochi giorni, ecco altri estratti di articoli apparsi su Osho Times. Buona lettura – Akarmo



Ma che musica,
maestro!

Deuter Chaitanya Hari è il creatore delle musiche di gran parte delle meditazioni di Osho. In questo articolo ci racconta come nascevano, lavorando fianco a fianco con Osho stesso… 

 

Da un articolo apparso sull'Osho Times

Deuter
Ho incontrato Osho nel febbraio del 1973, a Bombay. Ero alla ricerca del maestro e sulla spinta di un’intuizione stavo girando tutta l’Asia per trovarlo. E quando ho incontrato Osho è stato come se avessi sentito un “clic”: ho saputo all’istante che era lui che stavo cercando. Quindi ho chiuso la mia attività in Germania, dove vivevo, e mi sono trasferito in India. Prima di arrivare da Osho avevo già registrato tre album: D, AUM e Meditation. E avevo suonato per la radio, tenuto concerti e così via. Ma fu Osho a insegnarmi a comporre musica per la meditazione...
 


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Consapevolezza

Osho risponde ai dubbi
dei ricercatori sul cammino


Un brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: Osho, la sorgente della consapevolezza qual è?

Osho: La consapevolezza è la sorgente di tutto. La consapevolezza è ciò di cui è fatta l’esistenza. Ma non esiste nessuna sorgente della consapevolezza. Consapevolezza è un altro nome di dio, un nome migliore, più scientifico, meno mitologico.
Non avrebbe senso chiedersi qual è la sorgente di dio. Sapresti che una tale domanda porterebbe solo a un regresso infinito. Dio è la sorgente dell’esistenza, ma non avrebbe senso chiedere qual è la sorgente di dio. Chi l’ha chiesto è stato considerato ateo e condannato: “Stai facendo una domanda assurda”. Non sta facendo una domanda assurda. Sta semplicemente dimostrando che dio è un’assurdità.
Le religioni affermano da sempre che l’esistenza presuppone un creatore...
 


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Questa settimana ti segnaliamo:

>>> Non perderti il nuovissimo Osho Times di SETTEMBRE GUARDA CHE BELLO

>>> Leggi cosa ha detto Osho della sua rivista... l'Osho Times

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