Ciao!
Eccoci tutti di ritorno da questo lungo periodo di feste... e ne approfitto subito per augurarti un luminoso 2017! Che come abbiamo visto alla bellissima OshoFesta di capodanno sarà l’anno del Gallo nell’oroscopo cinese. “Il che può voler dire una cosa sola” ci diceva Shunyo “è tempo di svegliarsi”. Chicchirichììììì.

In questo mese, al 19 gennaio, cade un’importante momento di ricordo, per la morte di Osho.
Lui ci ha abituati a un’espressione che per la maggior parte delle persone all’inizio suona strana... invece di dire che una persona muore, dice che “ha lasciato il corpo”. Perché le persone non muoiono mai... sono solo i corpi che muoiono. E un maestro illuminato, ci spiega Osho, nemmeno ha bisogno di reincarnarsi in un nuovo corpo come succede in automatico per tutti, e aggiunge:

“Ricorda, quando non ci sarò più, non perderai nulla. Forse acquisterai qualcosa di cui sei completamente inconsapevole. Ora sono disponibile per te solo nel corpo, imprigionato in una certa forma. Quando non ci sarò più, dove posso andare? Sarò qui, nel vento, nell’oceano; e se mi avrai amato, se avrai avuto fiducia in me, mi troverai in mille e un modo. Nei tuoi momenti di silenzio improvvisamente sentirai la mia presenza. 
Una volta libera dal corpo, la mia consapevolezza è universale.
Allora, non avrete bisogno di ricercarmi. Ovunque tu sarai... la tua sete, il tuo amore... e mi troverai nel tuo stesso cuore, nel battito stesso del tuo cuore.”

Curiosamente questo “sarò qui” non lo diceva a Pune dove ha lasciato il corpo nel 1990, ma in Bombay anni prima. Non è un “qui” geografico, non è un posto, ma è un “qui” che appartiene al mondo interiore “ovunque tu sarai”... perché ovunque siamo, siamo “qui”. E nell’esperienza di tantissime persone non è nemmeno un oggetto di fede, o un’espressione poetica... è un fatto esperienziale concreto misterioso.

Nel nostro piccolo abbiamo creato tante occasioni collettive dove è più facile sentire questa cosa: nel 2017 avremo ad aprile il grande OshoFestival di Bellaria, poi Meditando a luglio, la Maha Vipassana a settembre, Liberi di Essere a ottobre e infine di nuovo la OshoFesta di Capodanno. 
E ogni mese produciamo una nuova rivista Osho Times, che puoi ricevere a casa tua in abbonamento, dalla quale ecco anche oggi due estratti di articoli. Buona lettura - Akarmo

Non continuare
a fare domande

Il cammino è uscire dalla mente ogni giorno, ogni volta che è possibile. Quando hai tempo, esci dalla mente!

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: Osho, mi fido dell’esistenza, ma difficilmente riesco a fidarmi degli esseri umani. E allora, dal momento che non riesco a fidarmi dei cosiddetti umani, forse anche la mia fiducia in te è un gioco mentale, un’illusione. O è soltanto l’inizio? 

Osho: È certamente difficile amare e fidarsi degli esseri umani, perché frapporranno ogni sorta di ostacolo. Ti daranno ogni pretesto per dimostrare a te stesso che nessuno è degno di fiducia, degno d’amore. Al contrario, si approfitteranno della tua fiducia, del tuo amore, della tua amicizia. Così si diventa duri, ci si chiude. Mi ami. Almeno questo è un buon segno. Se riesci ad amare un singolo essere umano, puoi amare tutta l’umanità. Solo che hai avuto aspettative troppo alte, hai chiesto troppo, hai chiesto a degli esseri umani di essere quasi come dèi. E quando non riescono a essere all’altezza delle tue aspettative, sei frustrato, ti arrabbi. Non è colpa loro. Fanno quello che possono...

Meditazione a scuola

È di questi giorni la notizia che proprio in una scuola elementare di Baltimora al posto delle solite punizioni, è stato implementato un sistema decisamente alternativo e innovativo......

Da un articolo di Marga apparso sull'Osho Times


Molti di voi certamente ricorderanno The Wire, la bellissima serie televisiva che tra il 2002 e il 2008 ha incollato milioni di telespettatori allo schermo, per seguire le avventure mozzafiato di una squadra speciale di polizia e di alcune famiglie di trafficanti di droga del ghetto nero di Baltimora, l’unica città statunitense dove il numero degli afro-americani supera di gran lunga quello dei caucasici (oltre il 65%) e dove i tassi di criminalità, dall’omicidio al furto con scasso, superano quelli di New York negli anni ‘80...