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Soldi!
Non ce n’è mai abbastanza...
Oltre i nostri schemi inconsci.
Intervista ad Anando
Domanda: Quest’anno proponi all’OshoFestival di Bellaria un nuovo workshop, “Soldi”.
Di cosa si tratta?
Anando: È molto affascinante… Il rapporto che abbiamo con il denaro è soggetto alle stesse influenze delle altre aree della nostra vita e dobbiamo semplicemente comprendere quali dinamiche inconsce lo condizionano. Il denaro è solo una forma di energia, non è una cosa fissa e solida; che siano lingotti d’oro, soldi in banca o investiti in titoli di borsa, il suo valore è in continuo cambiamento, non è statico, è un movimento, un flusso... eppure la maggior parte delle persone prova una qualche sorta di disagio verso il denaro, che sia rabbia o preoccupazione, e spesso tutto si riconduce al timore di non averne abbastanza. È una tematica molto comune, si chiama sindrome della scarsità e pervade in larga misura la società a vari livelli: il percepire che non c’è abbastanza di qualcosa… tempo, soldi, sesso, giorni in una settimana, istruzione, amore; è una sorta di schema mentale inconscio, un’abitudine inconsapevole a sentire che non c’è abbastanza e fintanto che rimane inconscio non siamo nemmeno in grado di goderci quello che abbiamo. Indipendentemente da quanto abbiamo, sentiamo sempre che non è abbastanza. Molti pensano che se avessero un milione di euro in banca potrebbero rilassarsi e godersela, ma fintanto che rimane la percezione inconscia che non è abbastanza, che altre persone hanno di più, è impossibile rilassarsi e godersi persino un miliardo di euro! E le persone che magari riescono davvero ad avere un milione di euro avranno bisogno poi di cinque milioni che in seguito diventeranno dieci e così via. Non ha fine a causa di uno schema mentale inconscio e se non ne diventiamo consapevoli, è lui che dirige la nostra vita. Un altro schema mentale inconscio molto diffuso è quello di ritenere che il denaro, soprattutto il possederne molto, sia qualcosa di sbagliato, di non spirituale. Un altro ancora è l’idea che i soldi siano il metro della rispettabilità, del successo e del proprio valore. Altri sentono di non meritare di essere ricchi...
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Dalle
masse ai
discepoli
I ricercatori autentici - quelli che non sono interessati a fare ginnastica mentale, ma muoiono dalla voglia di conoscere le proprie sorgenti della vita: da dove vengono, dove stanno andando, qual è la loro realtà - non vogliono nessuna risposta verbale, vogliono un’esperienza!
Un prezioso testo di Osho
Ho parlato a milioni di persone in tutto il mondo. Ero solito parlare davanti a folle di cinquanta o centomila persone e sapevo che ciò che dicevo passava sopra le loro teste: non facevano altro che stare seduti lì.
Quelle persone mi amavano, non perché capivano quello che dicevo, ma solo per il modo in cui lo dicevo. Amavano la mia presenza, ma non erano dei ricercatori, avevano solo approfittato di un’opportunità.
Presto mi stancai. Era completamente inutile, perché ciò che dicevo entrava loro da un orecchio e usciva dall’altro...
Vista la situazione, ossia la quasi inutilità di parlare alle folle, iniziai a radunare qualche decina di persone. L’unico modo era smettere di parlare alle folle, quindi andavo su una montagna e informavo la gente che chiunque fosse stato disposto a venire sulla montagna per dieci, o sette giorni, poteva venire e stare con me. È chiaro che se qualcuno si prende dieci giorni dal lavoro deve avere un qualche interesse, non può essere solo curiosità. Se lascia la moglie, i figli e il lavoro per dieci giorni come minimo è segno che non è soltanto curioso, ma vuole davvero conoscere. È così che iniziarono i campi di meditazione.
Presto però mi resi conto che i campi cominciavano a essere fonte di guai per me. In Rajasthan, il consiglio di stato decise che non mi avrebbe dato il permesso di entrare. In Rajasthan andavo regolarmente sul Monte Abu. In Gujarat, a quei tempi, Morarji Desai era primo ministro. Fu lui in persona a proporre al consiglio di vietare il mio accesso in Gujarat. Andavo anche spesso a Bhavanagar, a Rajkot, a Jamnagar, a Dwarka (c’erano luoghi bellissimi per i campi), a Nargol... chilometri e chilometri di alberi saru... il Sole non riesce mai a penetrarli, perché sono pieni di foglie e ramificazioni e crescono molto stretti tra loro. Dal versante del mare si può udire il suono delle onde e ascoltare, seduti non tutti insieme, ma disseminati qua e là nella foresta.
Quindi diventarono un problema e i miei campi furono vietati ovunque. Non facevano male a nessuno e ci venivano solo persone che volevano esserci. Nel vedere che erano vietati dappertutto sono giunto alla conclusione che la democrazia non esiste da nessuna parte. Si parla ovunque di democrazia, di libertà di parola, ma sono tutte chiacchiere. Non appena si presenta un uomo che ha qualcosa da dire, si cerca immediatamente di fermarlo. Sì, c’è la libertà di sparlare, ma non c’è nessuna libertà di dire la verità. Sei libero di mentire quanto vuoi e nessuno ti fermerà, nessun governo si scomoderà per te, ma se inizi a parlare di verità...
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