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newsletter n. 029

Ciao! 
Un mio amico oggi scherzava con me sul tempo che passa dicendo che "se il futuro arriva io son pronto. Lo aspetto, ma non per sempre, anche perché sto futuro è un tiratardi, non arriva mai"... simpatico! E questa battuta mi ha fatto fare la riflessione che viviamo tutti proiettati verso il futuro, è normale, l'intera società si muove pensando al futuro, praticamente non c'è niente che ci tiene nel presente. Che è invece l'unico spazio reale in cui poi di fatto ci si trova. Lo so che è una banalità che io dica che il futuro è nell'immaginazione e solo il presente è nel reale, non è una mia genialità, sto ripetendo quello che tutti i mistici come Osho dicono da sempre. Ma se vado a vedere cos'è questo presente... me lo sono già belle che perso. La nostra idea di presente alla fine è sempre un arco più lungo, inlcude il presente sì, ma anche un bel pezzo di passato e un bel pezzo di futuro. E invece il vero presente è qui adesso e non ci puoi pensare, se ci pensi o è qualcosa del futuro o è qualcosa del passato. Guarda, facciamo un gioco: quando dico "tic" ecco arrivato il presente! Uno, due, tre - "tic"...
L'hai visto?
Insomma è davvero una cosa birichina sto presente... e se pensiamo che sia solo un cogliere un diverso aspetto del tempo forse ci sbagliamo. Pensa che ho sentito Osho definirlo "una porta sul cosmo". Una cosa da brivido, vero?
Alla fine stiamo sempre parlando di meditazione… ciò che ci permette di entrare nel tempio del presente. Ed è ancora forte il ricordo degli splendidi momenti di meditazione vissuti all'OshoFestival di Bellaria, un ricordo che mi fa desiderare di vivere per sempre in quello spazio... cercherò nei programmi dei Centri di Osho cosa fare, dopo l'OshoFestival, per restare in quella dimensione.
Ma intanto, ecco qualche nuovo approfondimento
con questa newsletter con articoli tratti dalla rivista mensile (guarda quanti regali ricevono gli abbonati).
Buona lettura - Akarmo


In tempi
di crisi...
investire nella
meditazione


Per connetterci con le nostre
risorse interiori e rispondere
al meglio alle difficoltà della vita

Da un'intervista a Prasad e Alvina


Domanda: Da “bravi meditatori” sia­mo in un certo senso abituati a considerare alcune situazioni difficili della vita – le relazioni, ad esempio – come opportunità di crescita e di evoluzione. Ma in tempi difficili da un punto di vista economico, come questi, molti sembrano disconnettersi da questo approccio. Perché è invece importante “investire” – permettetemi il gioco di parole –  nella meditazione anche in tempi di crisi economica?

Prasad: La meditazione sta guadagnando sempre più popolarità oggigiorno, sebbene la visione comune la consideri solo una tecnica per rilassarsi e avere più pace interiore, e non prenda affatto in considerazione la portata del suo vero potenziale nella vita di tutti i giorni. Viene quasi percepita come un lusso, qualcosa che si fa in vacanza, separata dalla vita quotidiana e non appena si presentano delle difficoltà, la meditazione è tra le prime cose alle quali si rinuncia. Nella nostra esperienza – mia, di Leela e di Alvina – la meditazione, invece, è uno strumento molto pratico e di vitale importanza, non solo per il benessere interiore, ma anche in relazione alla realtà che ci circonda e al nostro ruolo nel mondo. Se la gente comprendesse il valore della meditazione e quello che dà veramente, tutti inizierebbero a metterla tra le priorità essenziali, invece che al fondo della lista. Quando la casa va a fuoco devi chiamare i pompieri: la meditazione è il pompiere che spegne il fuoco in tempi di crisi, anche economica!


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La linea
di confine


Altro che “avanti” e “dopo” Cristo! Il contributo del Buddha allo sviluppo della consapevolezza umana è molto maggiore di quello di Gesù... e ora Osho va ancora oltre


Un prezioso testo di Osho

Gautama il Buddha rappresenta una pietra miliare nella storia della consapevolezza umana. La società, la religione e la civiltà esistenti prima del suo arrivo, dopo non sono più state le stesse.
Indicare Gesù Cristo come linea de­marcatrice tra la società passata e quella odierna è un’ossessione tutta cristiana. Ciò è anche dovuto al fatto che l’Oriente non ha mai scritto la storia e non si è mai curato dei fatti storici per il semplice motivo che, se tutto è illusorio e mutevole, che importanza ha chi è il prossimo re? Che importa cosa succede nel mondo esterno?
Non è quella la dimensione reale.
Quando si tratta di eterno e di reale, c’è assenza di tempo, non esiste la storia che è propria solo degli eventi esterni, non dell’interiorità. E visto che tutta l’attenzione dell’Oriente era focalizzata sul mondo interiore, non c’è mai stato interesse per la storia. L’attenzione era volta a come esprimere la dimensione interiore a coloro che non hanno occhi per vedere, che vivono nell’oscurità. Come portare loro la luce?
Non sappiamo quanti buddha siano rimasti in silenzio né quanti abbiano preceduto Gautama. Non ci siamo semplicemente curati di questo genere di cose: nascita, morte... sono tutte cose effimere. Ma l’Occidente è orientato verso l’esterno e visto che il cristianesimo è diventato la religione più grande del mondo, Gesù Cristo è stato imposto come linea di demarcazione che divide la società primitiva e barbarica da quella di oggi. Per questo usiamo sempre Gesù come riferimento: “Avanti Cristo”, o “Dopo Cristo”
...


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