

























Se
ti prendi le
tue
responsabilità
dovunque
tu sia diventi
il re
Un brano di Osho
apparso, inedito, su Osho
Times n 195
Osho,
Ieri, mentre uscivo dal mio
ufficio per venire qui ad assistere al tuo discorso,
mi sentivo molto depresso, stanco e teso, ma dopo il
discorso mi sono sentivo rilassato, pieno d’energia,
fresco. E la mattina dopo mi sono ritrovato di nuovo
depresso e teso. È a causa della mia mente o
dell’atmosfera che mi circonda?
È a causa della tua mente.
L’atmosfera circostante è sempre favorevole. Se la tua
mente è silenziosa, l’atmosfera aiuterà il silenzio, se la
tua mente è tesa, la stessa atmosfera sosterrà le
tensioni. L’atmosfera che ti circonda non conta, ciò che
conta è la tua mente.
Se fosse altrimenti, allora sarebbe impossibile per
chiunque illuminarsi, perché tutti siamo circondati dallo
stesso tipo di atmosfera, di ambiente.
Mi viene in mente una storiella, una storia antica di un
re saggio che era solito andare in giro per la capitale
nel cuore della notte, sotto mentite spoglie, per vedere
se le cose andassero nel modo giusto. Ed era sempre
stupito nel vedere un giovane che, anche nel mezzo della
notte, stava sempre nudo sotto un albero. Andò a
controllare a ore diverse, durante la notte, ma l’uomo era
sempre lì, vigile. E il re si domandava: “Cosa starà
facendo?”. Un giorno andò da lui e gli chiese: “Qual è il
tuo problema? Perché continui a stare qui nudo nel freddo
della notte?”.
L’uomo disse: “Ho un tesoro che ha bisogno di continua
vigilanza. Non posso distrarmi neppure per un solo
momento, è troppo rischioso”.
Il re chiese: “Dov’è il tuo tesoro?”.
L’uomo rise e disse: “Non puoi capire: il mio tesoro è
dentro di me e più divento consapevole – non importa se è
giorno o notte – più riesco a raggiungere le profondità
del mio essere”.
Era la prima volta che il re lo vedeva così da vicino: un
uomo bellissimo, dagli occhi magnetici e un invisibile
carisma, e ne fu toccato. Disse: “Avrei sempre voluto
avere un maestro, ma non è mai successo... non posso
lasciarti qui. Ti invito a venire con me a palazzo; avrai
tutto ciò di cui hai bisogno, perché stare qui in piedi?
Per il maestro del re non è appropriato e da questo
momento tu sei il maestro del re”.
L’uomo disse: “Certo!”. Saltò sul cavallo del re e chiese
al re di camminare al suo fianco: “Ora andiamo al
palazzo”.
Il re pensò: “Questo uomo sembra davvero eccezionale!”.
Era seduto, nudo sul cavallo e il re per la prima volta in
vita sua doveva camminare. Disse: “Che cosa diranno le
guardie del palazzo?”.
Ma l’uomo disse: “Non preoccuparti delle guardie o di tua
moglie e dei tuoi figli, nessuno può interferire. Dirò che
sono il tuo maestro”.
Il re cominciava ad avere dei dubbi: “Quest’uomo, che ho
pensato avesse rinunciato al mondo, in piedi nudo per così
tanti giorni, ha accettato con tanto entusiasmo la mia
proposta; non solo ha detto di sì, ma è subito saltato sul
mio cavallo!”.
Nel palazzo gli fu data la camera migliore, con tutti i
comfort, meglio del re. Aveva subito chiarito che: “Sono
il maestro del re e sarebbe un insulto al re se il suo
maestro avesse qualcosa meno dello stesso re”.
Il re gli fornì tutto il necessario e lui visse nel lusso
più smodato.
Il re pensò: “Sono stato ingannato: quest’uomo non è un
vero santo, è un truffatore. Era lì in piedi nudo solo per
ingannare me e ci è riuscito! Ma come faccio a sbarazzarmi
di lui?”.
Passarono sei mesi. Il re era un uomo educato, non poteva
dire: “Mi hai ingannato”. Ma un giorno, mentre camminava
con il maestro sul prato del palazzo, gli disse: “È
strano, ma talvolta mi sorge un dubbio. Eri nudo sotto
quell’albero.... avevi rinunciato totalmente al mondo e
ora vivi da re, nel lusso. Mi chiedo quale sia la
differenza fra me e te, adesso”.

Il giovane rispose: “La differenza? Dovrai venire con me e
al momento giusto, nel posto giusto, ti darò la risposta”.
Il re e il maestro salirono a cavallo e iniziarono a
cavalcare e quando raggiunsero il confine del regno il re
disse: “Questo è il confine. Ora stiamo entrando in un
altro regno e questo non è appropriato per me. Dammi la
tua risposta”.
Il giovane disse: “La mia risposta è questa: questo è il
tuo cavallo e questi sono i tuoi vestiti. Riportali a
casa, io me ne vado. È questa la differenza. Tu hai un
regno, io ho un regno: ovunque vivo, è lì il mio regno”.
Il re rimase scioccato, pensò di aver giudicato male
l’uomo e cadde ai suoi piedi dicendo: “Perdonami, ti ho
giudicato male”.
L’uomo disse: “Sali sul tuo cavallo e tornartene al tuo
palazzo, perché io sono un uomo così semplice... posso di
nuovo indossare quei vestiti, il cavallo è qui che aspetta
e posso tornare indietro, ma il dubbio ritornerà nella tua
mente e io non voglio creare alcun dubbio. Basta, prendi
entrambi i cavalli e questi vestiti: ero nudo e lo sono di
nuovo... ci sono così tanti alberi, posso starci sotto
dovunque”.
Il re cercò di convincerlo in ogni modo, ma l’uomo disse:
“Posso venire, non c’è nessun problema, ma conosco la tua
mente e non è... e sei anche un bugiardo, il tuo dubbio
non è sorto ora, è nato nel momento stesso in cui sono
saltato a cavallo quella notte, sei mesi fa. Per me non fa
alcuna differenza: ero in silenzio, tranquillo, in pace,
centrato in me stesso sotto quell’albero come lo ero nel
tuo palazzo. L’atmosfera, l’ambiente intorno a me non fa
assolutamente alcuna differenza: dovunque sono, là è il
mio regno”.
Non è l’atmosfera, non è l’ambiente. In questo modo
continuiamo a scaricare sugli altri le nostre
responsabilità e non è giusto, non è giusto per un
ricercatore; gli dovrebbe essere chiaro che “ogni
responsabilità è mia”.
Nel momento in cui prendi tutte le tue responsabilità
sulle tue spalle, sei l’uomo più libero del mondo, perché
ovunque tu sia non fa alcuna differenza: la tua libertà è
intatta, la tua pace è intatta, la tua integrità è
intatta.
Tratto da: Osho, The
Osho Upanishad #8
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