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newsletter n. 048

Ciao! 
Mi chiedo spesso come mai – rispondendo a una normale esigenza di star bene, divertirsi, avere delle piacevoli sensazioni, ecc. - tutti vanno al cinema, oppure al ristorante, in vacanza, cercano compagnia, fanno gite, dormono, corrono, ecc, ma pochissimi meditano. Non è una cosa strana?
Se non hai mai provato una delle meditazioni di Osho forse non vedi il senso della mia domanda, ma se le hai provate sai di cosa parlo. Tutte le meditazioni di Osho, attive o tranquille, danno delle immediate sensazioni di piacevolezza, gioia, benessere. OK, forse con la Meditazione Dinamica senti più piacevolezza nel corso della giornata, dopo averla fatta, che mentre la fai… almeno le prime volte. Ma in ogni caso il risultato è una giornata davvero migliore del solito!
Comunque tutte le altre meditazioni… la Nadabrahma, la Kundalini, la Vipassana… sono una gioia dal primo all’ultimo minuto. Tutti hanno un bel ricordo delle meditazioni… eppure poi viene più facile cercare il piacere in altre cose, ma non in una meditazione regolare tutti i giorni.
Non è un po’ strano? Cosa ci fa preferire un’ora, che ne so… a correre in strada piuttosto che un’ora a casa (da soli o in compagnia) a fare una Osho Kundalini? Oppure perché preferire due ore di cinema alla Meditazione Vipassana?
Me lo sono chiesto… e mi sembra di avere trovato la risposta nel fatto che tutte le meditazioni, bene o male, vanno a togliere un filo di spazio alla mente. E la mente quello spazio vuole riprenderselo. Anche se le meditazioni sono piacevoli, se uno a ben pensare se le ricorda come una gioia, un nutrimento… dopo, la mente, riuscirà sempre a farcele vedere anche come una fatica, uno sforzo, una cosa che impegna o una noia... da rinviare comunque perché abbiamo di meglio da fare. E noi quasi sempre ci caschiamo.
Però... l’unione fa la forza, e se ti capita di meditare in un Centro di Osho lo sai! Essere in gruppo con un po’ di amici e meditare insieme, viene facile ed è una festa! Meditare poi in una situazione "enorme" come l’OshoFestival di Bellaria è come salire su un Jumbo e farsi portare in cielo senza sforzo… e ce n’è uno in arrivo il prossimo aprile, ricorda, un’occasione d’oro.
Intanto per oggi ti propongo questi interessanti brani – un nutrimento per la meditazione - tratti dalla rivista Osho Times. Buona lettura - Akarmo


George
Gurdjieff


Il maestro che insegnava: “Siete in prigione. Se volete uscirne, la prima cosa da fare è rendervi conto del fatto che siete in prigione. Se pensate di essere liberi, non potete scappare!”


Un prezioso testo di Osho
 

George Gurdjieff è uno dei maestri più importanti di quest’epoca. È unico, da molti punti di vista: nel mondo contemporaneo nessuno ha detto le cose come le ha dette lui. È quasi come un altro Bodhidharma, o un altro Chuang Tzu: apparentemente assurdo, ma in realtà ha dato molte indicazioni davvero importanti per la liberazione della consapevolezza umana.
Gurdjieff diceva spesso: “Siete in prigione”. A volte era ancora più aderente alla realtà e anziché dire: “Siete in prigione”, diceva: “Siete la prigione”. È più vero, più reale.
Se vuoi uscire di prigione – o meglio, se non vuoi essere una prigione – la prima cosa da fare è renderti conto del fatto che sei in prigione, o che sei la prigione. Va ricordato sempre, come uno
...


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Dalle radici
al cuore

Verso una consapevolezza integrata e fluida.
Ce ne parla Nirava



Da un articolo apparso su Osho Times


La società moderna è in continuo cambiamento: nuove culture, tecnologie, mode. Il mondo muta velocemente e noi, in quanto esseri umani ci troviamo a doverci relazionare in bilico tra cultura sociale, cultura individuale, ritmi biologici e l’immagine che abbiamo di noi stessi. Dobbiamo sottostare ai ritmi imposti dalla società (moda, cultura ecc.), abbiamo bisogno di essere estremamente funzionali, utili e belli. Secondo questi paradigmi ci realizziamo solo se raggiungiamo determinati obiettivi economici, estetici e di posizione sociale.
Se è vero che comunichiamo attraverso il corpo, mi viene spontaneo chiedermi: in un contesto così condizionato, cosa comunichiamo?...


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