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newsletter n. 064
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Ciao!
Ho visto di recente questo film, Inside-out. Non so se l’hai visto anche tu… è un film d’animazione che mostra cosa succede dentro le persone, nella loro testa e nelle loro emozioni, quando prendono le decisioni, nelle relazioni, etc. Molto divertente, ma anche stimolante perché porta a guardare se stessi, per una volta, da dentro. Naturalmente non ci si poteva aspettare lo sguardo di un illuminato sulla realtà interiore dell’essere umano, ma se non altro, e in modo divertente, si accetta che alla fine dentro di sé c’è un mondo enorme e anche un bel caos, e vince, e decide, la piccola parte di sé che prende il potere per un momento anche in modo casuale.
In questo quadretto della dimensione psicologica in effetti balza all’occhio proprio l’assenza di quel qualcosa - nella forma di “ego” oppure nella forma di “consapevolezza” - che prenda le decisioni. Chi decide sono unicamente le emozioni. E la persona diventa lei stessa quell’emozione che vince sulle altre.
In altre parole, totale identificazione… ma non si capisce bene di "chi". Insomma la “persona” di cosa è fatta? Ok, c'è il corpo, poi la sfera psicologica... ma la dimensione spirituale cos'è? Appartiene a tutto questo oppure è da un'altra parte?
Sono domande che sorgono spontanee in chiunque si sprofonda nella meditazione, soprattutto in un ritiro, o un intensivo, dove pian piano non si riesce più a dare per scontate le proprie idee meccaniche su di sé. E con l’interrogativo “chi sono io?”, con un intenso sguardo interiore aperto all'esplorazione dell’ignoto, si può andare davvero molto in profondità, per scoprire in modo esperienziale finalmente che…
Per esempio che la descrizione che dà Osho della sfera interiore non è allegorica, simbolica, immaginifica, romantica. Ma è reale! E indica il viaggio facendoci scoprire le varie tappe, "Non sei il corpo. Non sei i pensieri. Non sei le emozioni..."
Se è un po’ che non leggi un libro di Osho qui trovi l’elenco completo. E se poi vuoi fare esperienza di cosa si scopre a guardarsi dentro con l’uso delle sue tecniche di meditazione, è in arrivo un evento davvero speciale: Liberi di Essere con Shunyo e Siddho.
In attesa di vederci lì, ecco due articoli tratti dalla rivista Osho Times. Buona lettura – Akarmo
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Un fenomeno
energetico
Osho Meditazione Dinamica:
"Abbandonati al movimento.
Muoviti e lascia scorrere
la vita dentro di te."
Un prezioso testo di Osho apparso su Osho Times
Domanda: Osho, lo Zen parla di “sforzo senza sforzo”. Potresti parlare di questa realtà in relazione alla Meditazione Dinamica?
Osho: La Meditazione Dinamica è un fenomeno energetico. E si deve comprendere questa legge fondamentale, valida per ogni tipo di energia: l’energia si muove sempre per polarità, per dualismo. Perché un’energia possa diventare dinamica, è necessario il polo contrario. Assomiglia in tutto e per tutto all’elettricità, che si muove grazie al polo positivo e a quello negativo: senza una delle due polarità, non può esistere alcuna elettricità. La stessa cosa è vera per tutti i fenomeni.
Ovunque volgiate lo sguardo, troverete la stessa energia che si muove in polarità e si equilibra. E questa polarità è importante per la meditazione, perché la mente è logica, mentre la vita è dialettica...
>>>>>> continua la lettura
Osho Mystic
Rose
Considerata la terapia meditativa più importante creata da Osho, la Mystic Rose è un processo che dura tre settimane, tre ore al giorno. La prima settimana è dedicata alla risata, la seconda al pianto, la terza, chiamata l’Osservatore sulla collina, alla consapevolezza. Alcune esperienze...
Da un articolo apparso sull'Osho Times
Una libertà che toglie il fiato
"Uno dei ricordi più belli della mia vita è la sensazione che ho sempre avuto durante la Mystic Rose, tutte le volte in cui vi ho partecipato, a Pune. Una sensazione fatta innanzittuto di bellezza e armonia: lo splendore del Chunag-Tzu coi suoi marmi immacolati, ricoperti da bianchi teli di protezione e circondati dal verde del giardino tropicale in cui si trova; il luccichio del regale lampadario d’oro e cristallo, sia che fosse acceso o spento; il contrasto del bianco col colore di noi partecipanti e facilitatori, tutti in bordò; gli specchi ambrati dove si riflette a tratti l’immagine di Osho e a tratti il movimento di chi partecipa, donando al tutto un’aria magica e surreale. E poi una sensazione di libertà senza confini... la libertà, gioiosa ed estatica nei primi due stadi, al di là del fatto che ridessi o piangessi, era quella di essere e lasciarmi attraversare dal sentire senza dovermene preoccupare... rotolare tra i materassi e i cuscini come se fossi stata all’asilo e allo stesso tempo di sentirmi adulta e nel pieno delle mie facoltà, in cammino verso la consapevolezza. E durante il terzo stadio, l’Osservatore sulla collina, libertà era davvero avere tutto quel tempo per la meditazione, per il silenzio..."
>>>>>> continua la lettura |
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