Ciao!
Ogni tanto mi regalo una giornata alle terme, a una “stazione" a due ore da casa. Lì il relax viene naturale e non c’è bisogno di far niente: l’acqua calda termale fa il miracolo. Però vengo bombardato da una serie di cartelli che non sono per niente rilassanti. Tutta una serie di vistosi “vietato” questo, “proibito” quello, ecc. Fino all’apoteosi del “severamente vietato toccare il braciere ardente” nelle saune. Che tradotto in parole esperienziali dice: “è assolutamente proibito farsi un male cane”... Insomma è davvero così difficile avere fiducia nell’intelligenza della gente? Poi, da bravi italiani, credo che nessuno legga gli avvisi e ognuno (come me del resto) vive la propria esperienza alle terme in spontanea armonia con l’ambiente, godendosi il rilassamento naturale. Ma i cartelli – probabilmente obbligatori per legge – mi hanno ricordato una tipica situazione di tutti i percorsi spirituali del passato: ci vuole una precisa disciplina per raggiungere il traguardo, la pace interiore, la beatitudine, l’illuminazione. Il Buddha aveva dato ai suoi monaci non ricordo più quante migliaia (letteralmente!) di regole e divieti da seguire, che il solo riuscire a ricordarseli tutti è veramente un’impresa. Osho ha un approccio totalmente diverso: si basa sulla fiducia nella nostra dedizione e preferisce prendersi cura del campo energetico che ci circonda. Dice che un meditatore non ha bisogno di regole, ma di immergersi nel campo energetico – il buddhafield – che nasce quando molte persone meditano insieme. Perché non esiste una via unica a cui tutti si devono conformare seguendo regole, ma piuttosto ognuno creerà la propria via camminando passo dopo passo con la propria consapevolezza e intelligenza. Insomma, fiducia totale. Ma anche scienza dell’energia. Una scienza che avrete occasione di sperimentare tra alcune settimane a Bellaria, all’Oshofestival di aprile, dove genuine esperienze di gioia, silenzio e beatitudine diventano facili insieme a centinaia di compagni di viaggio. E se, tra tanta gente, volete essere sicuri di… avere i posti migliori, è ora di prenotare l’albergo!
In attesa di vederci lì, ecco due articoli tratti dalla rivista Osho Times. Buona lettura – Akarmo
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L'esperienza
della morte
È importante quanto quella della vita e non c’è bisogno di morire davvero per attraversarla, basta vivere per davvero...
Osho risponde alle domande dei discepoli,
da un prezioso testo apparso su Osho Times
Una sannyasin dice a Osho che dopo aver partecipato a un intensivo di Tai Chi non riesce a gestire la sua energia…
Va tutto bene, sei solo un po’ sconvolta, perché è un’esperienza così nuova. Quando l’energia raggiunge un picco elevatissimo poi deve scendere in una valle profonda, è naturale: si sposta al polo opposto. Nell’intensivo di Tai Chi l’energia è arrivata davvero a un’esplosione. È stato molto intenso e va benissimo! Ma quando si raggiungono tali vette poi l’energia deve rilassarsi e entrare in un vuoto profondissimo, quasi come un buco nero dove ci si sente collassati, finiti, morti. Non si riesce a credere di essere ancora in vita.
Quindi fai una cosa: hai bisogno di 2 o 3 giorni di riposo totale. E goditi il riposo, non fare nulla di faticoso. La Nadabrahma o la Nataraj vanno bene, se hai voglia di farle. Ma smetti tutte le meditazioni molto attive per 2 o 3 giorni. Passa più tempo sdraiata sul letto, riposati e goditi questo vuoto. Non farne un problema, non lo è. È un’esperienza molto sottile del negativo, importante quanto l’esperienza del positivo. È l’esperienza della morte, importante quanto l’esperienza della vita… E bisogna muoversi in entrambe le direzioni.
Ti accadrà molte volte, quindi familiarizza, sintonizzati, comincia a godertela, perché arriverà molte volte e...
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Il Tao delle
Costellazioni
Le Costellazioni dei 5 Elementi ovvero siamo fatti della stessa sostanza dell’Universo...
Da un articolo di Anurag
apparso sull'Osho Times
“Sai, Anurag, il mio problema è che mi sento una grande creatività, ho mille idee, ma poi mi perdo, non riesco a realizzarne nessuna. Sono frustrato e arrabbiato perché non riesco a cambiare”.
Il mio interlocutore – si trattava di una sessione individuale – un uomo sui 35 anni, mi parlava e io pensavo ai rapporti che intercorrevano fra il suo fegato (sede della creatività) e la sua milza (sede della creazione). Mi stavo chiedendo se avrei potuto mettere insieme la potenza trasformatrice delle Costellazioni con l’approccio sistemico del corpo-mente della medicina cinese tradizionale.
All’improvviso mi ritrovai a pronunciare queste parole: “Facciamo una rappresentazione del tuo sistema corpo-mente, secondo la medicina cinese. È stata la prima medicina psicosomatica apparsa al mondo. Già millenni fa, i taoisti mettevano in relazione lo stato della mente con lo stato del corpo. E possiamo rappresentarli come un sistema”.
Scrivemmo su dei foglietti i nomi degli organi: reni, fegato, cuore, milza-pancreas e polmoni. Ognuno sede di una funzione psichica, rispettivamente, essere radicati, creatività, discernimento, dare forma, riflessione.
Il mio cliente mi guardò stranito, ma fiducioso. Gli dissi: “Dobbiamo indagare la relazione che c’è dentro di te tra creatività e creazione”.
Seguiva il mio ragionamento sempre più interessato. Mentre io parlavo, cominciava a comprendere che dietro il verbo “pensare” in realtà si nascondono molte sfumature: ideare, progettare, programmare, scegliere, riflettere, realizzare, motivare.
Ognuna di queste è connessa a un organo nel nostro corpo-mente.
Continuai: “Dobbiamo comprendere cosa impedisce alla prorompente energia del fegato di arrivare alla milza. Nella medicina cinese, c’è un ciclo di creazione dell’energia che scorre negli organi e un ciclo di controllo. Il loro corretto funzionamento crea il mutamento ed evita il ristagno. Ogni aspetto fisico ha un suo corrispondente mentale. Dove c’è movimento e mutamento, c’è vita; dove c’è ristagno, c’è sofferenza e in ultima istanza c’è morte”...
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