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osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.088  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
Nel weekend scorso mi sono regalato una giornata di meditazione con Shunyo e Marco e verso sera abbiamo avuto una bella celebrazione del sannyas, dove due partecipanti hanno varcato con decisione la porta della via della meditazione proposta da Osho.
Shunyo, introducendo il momento di celebrazione, ha detto, visibilmente commossa, che parlando con loro ha visto che la loro decisione veniva dal cuore esattamente come lo è stato per chi ha preso il sannyas con Osho 40, 30, 20... anni fa. Assolutamente nessuna differenza. E la cosa l’ha toccata molto!

Molti pensano che se il maestro non è più nel corpo la sua canzone finisce... ma, per esempio, dopo la morte del Buddha la sua canzone è andata avanti forte e chiara per altri 500 anni, racconta Osho. E di sé ha sempre detto che sarebbe rimasto attuale per almeno altri 300 anni.
Quindi non stiamo parlando del passato quando parliamo di Osho, ma del presente. Qui e ora le cose continuano a succedere anche se il maestro non è fisicamente in giro. Il buddhafield, il campo di energia creato dal maestro, il catalizzatore, è ancora attivo.

Una cosa che mi evidenziava Shunyo in un ritiro di Vipasana di tempo fa era di rimanere all’erta anche al di fuori delle sessioni di meditazione, mentre camminavo, mentre mangiavo, mentre facevo la doccia... perché chi lo sa quando l’illuminazione verrà? Può essere in qualunque momento.
Molti potrebbero pensare che l’illuminazione può succedere solo stando vicino a un buddha... ma la storia ci dice che non è una regola. Lao Tzu si è illuminato per conto suo guardando una foglia secca che cadeva dall’albero... la monaca Chiyono si è illuminata mentre trasportava due secchi d’acqua su un’asta di bambù: si rompe l’asta improvvisamente per conto suo e l’intensità dell’attimo la porta per incanto aldilà della mente.
Quindi noi non lo sappiamo, ma ogni instante della nostra vita può essere un momento di rivelazione profonda aldilà di noi, aldilà della nostra mente logica, anche senza che ci sia un maestro fisicamente con noi che metta in moto direttamente la cosa. 

Ma tutte queste realizzazioni dell’illuminazione di cui sono disseminati i racconti zen, sufi, taoisti... che siano state provocate da un maestro oppure da un bambù che si rompe, hanno tutte un comune denominatore: essere presenti con totalità. 
È un’arte da apprendere - innanzitutto per vivere meglio - e tutte le tecniche di meditazione lavorano in questa direzione. E a questo focus sul presente Shunyo, Siddho e Marco, hanno dedicato il prossimo grande evento a Milano, Liberi di Essere. 
In attesa di vederci lì, ecco anche oggi due estratti di articoli tratti dalla rivista mensile Osho Times, che puoi ricevere a casa tua in abbonamento. Buona lettura - Akarmo



Meditazione e
vita di tutti i giorni


Dall’edizione scorsa di Liberi di Essere, ecco un bello scambio di domande e risposte tra i partecipanti e le conduttrici, Siddho e Shunyo… 


Da un articolo apparso sull'Osho Times


Domanda: È la mente che crea il desiderio di cambiamento, è lei che decide il metodo per raggiungerlo, è lei che crea l’ansia della meta. È lei che fa tutto. Ma come potrebbe esistere un cambiamento senza quella spinta? Cioè questo desiderio esiste, quindi come viverlo? 

Siddho: C’è differenza tra desiderio e aspirazione. L’aspirazione può essere del cuore, può essere un’apertura al nuovo, all’ignoto, a qualcosa che la mente invece vorrebbe controllare; laddove il cuore sa semplicemente esserci. E a quel punto qualcosa accade, ma non sei “tu” che lo fai; sei lì, totalmente lì, e la vita accade…

Shunyo: Ed è vero che la mente ci aiuta a entrare nella meditazione, perché la tecnica in sé non è la meditazione, e quindi la mente ci aiuta con la tecnica, e la tecnica ci manda nello spazio giusto per far sì che accada la meditazione. È un grosso mistero come la mente si muova in direzione del proprio suicidio... 
 


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Apparteniamo
alla stessa Terra


Diventa amorevole e amichevole verso qualsiasi cosa.
Anche verso le cosiddette cose morte, perché persino loro non sono morte.



Un brano di Osho apparso sull'Osho Times

 

Sdraiati su un prato e parla all’erba. Dille anche solo “ciao” dal profondo del cuore, e diventerà una preghiera. E presto sentirai che ti arriveranno delle risposte, dall’erba, dagli alberi e dagli uccelli.

Rispondono! Non è solo leggenda che rispondessero a San Francesco. E possono rispondere a chiunque, San Francesco è solo un esempio. Gli rispondevano perché era molto innocente, e nel pieno di quell’innocenza si rivolgeva a loro. Parlava all’albero dicendo magari: “Sorella, come stai?” o parlava al suo asino e diceva: “Fratello, hai l’aria molto felice oggi!”. E non arrivava solo dalla testa, arrivava da tutto il suo essere...
 


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Questa settimana ti segnaliamo:

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>>> Leggi cosa ha detto Osho della sua rivista... l'Osho Times

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