osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.101  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
Tempo fa ho incontrato una vecchia amica che non vedevo da un po’. E così abbiamo recuperato il tempo perduto raccontandoci tutte le “puntate precedenti”. E, tra le varie cose, mi ha detto che rimpiange di aver lasciato il suo primo fidanzato per mettersi con un altro... Una nuova storia che non ha funzionato fin dall'inizio. E parlando del primo fidanzato ha aggiunto: “Ah, come mi manca il suo amore”.
Combinazione, lo stesso giorno un altro amico mi racconta delle sue avventure in campo lavorativo... Si era licenziato anni fa prendendo una “buona uscita” di parecchi soldi che però erano presto finiti e in seguito non era più riuscito a trovare una situazione lavorativa altrettanto appagante sul piano professionale... E ha aggiunto: “Che errore ho fatto a venir via da quel posto”.

Due storie che mi han fatto visualizzare un’altra situazione... Immagina che stai giocando a poker. Dopo aver cambiato le carte, alla puntata finale, un giocatore punta tutto. Aiuto...
Tu apri piano piano le carte e scopri di avere in mano un poker d’assi. Che emozione! Cerchi di non farti notare, valuti un attimo e poi punti anche tu tutto. Per scoprire che l’altro ha imbroccato una scala reale e tu hai perso... tutto!!!

È vero, è una ferita questa perdita. Pensi ai soldi che avevi e che ora non hai più. Pensi allo shock, alla sconfitta. Pensi a come sarebbe stato meglio non farlo... 
Ma ne sei proprio sicuro? Immagina che, pur con in mano un poker, non avessi giocato quella partita. Non avresti mai visto cosa aveva l’altro giocatore e per anni ti saresti sentito un verme, un vigliacco, un fallito... Assurdo non giocare con un poker d’assi in mano!


La vita è molto simile a questa situazione, anche se non così matematica. Ma la sensazione che abbiamo di fronte a certe scelte è spesso simile, come se avessimo in mano quattro assi. Cosa fai, non giochi? 
E poi magari scopri che hai sbagliato clamorosamente a “lasciare quel fidanzato” o a farti sedurre da una buona uscita... Ma come avresti potuto saperlo prima?
Ecco il punto è lì...
E quel “saperlo prima” è in realtà davanti a me “adesso”. Perché il passato è passato, ma la scelta che devo fare oggi come mi trova? Sveglio e attento, aperto e in ascolto imparziale dei segnali, oppure allucinato, accecato da un miraggio, da una mia fantasia?
Gli errori e le ferite del passato possono essere le torture di oggi, oppure trasformarsi in una crescita, in un processo di maturazione: oggi posso creare un presente migliore, anche grazie al coraggio e agli errori del passato, che mi porti in una nuova direzione...

C’è una frase di Osho vista in rete che mi dà la pelle d’oca: “Riempi il tuo cuore del potere creativo per accettare il passato, abbellire il presente e trasformare il futuro”.

In questi giorni tutto il mondo di Osho è a Bellaria, all’Oshofestival, proprio a compiere questa magia. E poi tornati a casa sarà prezioso mantenere la direzione con solidi riferimenti... questo è uno degli scopi dell’Osho Times, il mensile che puoi ricevere a casa tua in abbonamento. Tratti da lì ecco anche oggi due articoli. Buona lettura - Akarmo




Osho
e la mindfulness


Mente, presenza mentale, andare oltre la mente, non-mente... dai tempi del Buddha ai giorni nostri, le stesse parole, gli stessi dubbi, le stesse certezze...

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: Osho, cos’è la presenza mentale?

Osho: La presenza mentale è in realtà uno stato di non-mente. Puoi chiamarla mindfulness, consapevolezza, o puoi chiamarla uno stato di non-mente. Le parole appaiono in contraddizione tra loro, ma indicano lo stesso stato. Presenza mentale significa essere nel presente, essere spontanei, essere disponibili a tutto ciò che accade in questo momento. Essere aperti al qui e ora è presenza mentale. Ma l’unico modo per essere aperti al qui e ora è non essere nel passato, non essere nel futuro.

E la mente è fatta di passato e futuro, la mente non sa nulla del presente. La mente è sempre occupata, non è mai libera. E quando è disoccupata, assolutamente senza pensieri, in osservazione, attenta, consapevole, sorge una grande presenza. Quella presenza opera da sola, spontaneamente. E fa della tua vita una vita di risposte, non di reazioni.
Normalmente la vita è fatta di reazioni: reagisci. Reazione significa che stai reagendo a una situazione attuale sulla base del passato. Risposta significa essere fedele alla situazione: non agisci in base al passato, ma in base al momento presente. Esattamente come uno specchio, che riflette semplicemente ciò che c’è. Se c’è un fiore, riflette un fiore; se c’è un viso, riflette il viso. La mente non rispecchia ciò che c’è; la mente riflette sempre quello che c’era. Per questo la mente non entra mai in uno stato di comunione con la realtà. E a quel punto, tutto ciò che fai è sbagliato.

La presenza mentale è uno stato di assenza di pensieri, ma non di sonno, non di incoscienza. Una coscienza senza pensieri, senza contenuto. Uno specchio totalmente vuoto, pronto a rispecchiare qualsiasi cosa. La bellezza dello specchio è che non cattura mai alcun riflesso; non è come una pellicola fotografica. La pellicola fotografica cattura immediatamente il riflesso ed è per questo che poi non è più utilizzabile, è distrutta. Puoi usarla solo una volta, poi è attaccata al passato. Così è la memoria, così è la mente: una pellicola fotografica.

La mente di un Buddha non è una pellicola fotografica, ma uno specchio...


 


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Lettera
agli umani


Lissa Rankin, medico olistico di San Francisco, USA, si è prefissa di “guarire” il sistema sanitario americano, insegnando alle persone a guarire se stesse innanzitutto. A questo scopo ha ideato un programma di formazione per medici e personale sanitario, orientato alla medicina olistica.
Negli scorsi mesi, in una situazione mondiale in cui tutti tendono a lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative legate alla crisi globale, ha deciso di scrivere una lettera d’amore all’umanità. Eccone il testo, quasi integrale...


Da un articolo apparso sull'Osho Times


“Caro Umano, ci fu un tempo in cui, in un mare di vasta e ricca oscurità, la Consapevolezza prese coscienza di se stessa come energia d’amore. Per un po’ di tempo le bastò essere semplicemente cosciente in questa buia e piena vastità. Ed essere cosciente in sé toglieva il… respiro, se avesse avuto un respiro! Ma man mano che questa cosa artificiale chiamata tempo scorreva, la Consapevolezza provò il desiderio di avere una più profonda esperienza di se stessa. Quindi creò la materia e così nacque il cosmo.

Che momento meraviglioso fu per la Consapevolezza, il giorno in cui diede all’energia d’amore una forma fisica! Come una fata divina con la bacchetta magica la Consapevolezza creò la Terra da un brodo cosmico...

 


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