osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.110  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
Sono sempre molto affascinato dalla scienza, soprattutto quando incontra le cose di cui parlano i mistici, che vi arrivano però da tutt’altra direzione.
Ho letto alcuni articoli sul cervello umano. A quanto pare con l’età le cellule neuronali del cervello diminuiscono. Ne muoiono circa 20mila al giorno! La scoperta recente è che ne nascono anche di nuove, ma in numero molto minore, sulle 1.400 al giorno. E tra l’altro queste 1.400, se non vengono stimolate da interesse, nel giro di una paio di settimane muoiono.
Per fortuna siamo dotati, anzi superdotati, di tanti di quei neuroni che comunque saranno sempre in misura superiore al nostro reale ultilizzo. Non c’è da preoccuparsi. 
Quindi diciamo che “la macchina” ce l’abbiamo tutti. Ma la qualità del suo funziomento può variare parecchio... tra l’altro il cervello va tenuto in esercizio se non vogliamo invecchiare precocemente! Questo si sa.

Ma l’intelligenza... come si spiega che una persona viva con più intelligenza di un’altra? Oppure, meglio: come può aumentare l’intelligenza nella nostra vita? Ok è materia complessa... ne colgo solo un aspetto interessante: si chiamano connessioni neuronali. L’intelligenza non è data tanto dal numero di neuroni che abbiamo, ma da quante connessioni si sono instaurate tra di loro. Più le cellule sono connesse tra loro e si scambiano impulsi, e più intelligenza ti è disponibile.
Il bello è che queste connessioni si creano vivendo, e sono quindi in parte anche nelle nostre mani. Nel senso che più ci concediamo di vivere una vita piena di esperienze (e di presenza all’erta alle esperienze!) e più connessioni si creano.
Di rimando, più connessioni abbiamo tra i neuroni e più esperienze sagge ci viene possibile scegliere di fare nella vita, ci sono più scelte a diposizione. Quindi più connessioni = più possibilità di maggiore saggezza nella nostra vita... 

Ma non è scontato! Anche la qualità delle connessioni ha il suo peso... Infatti, la cosa interessante per me nuova che leggevo appunto in questi articoli, è che hanno scoperto di recente che in una connessione tra neuroni c’è totale equilibrio tra il fare e il non fare: perché un neurone può trasmettere a un altro neurone un impulso sia stimolante che inibitorio e la cosa che lascia stupiti è che questi stimoli sono lì nella stessa cellula in eguale misura esatta nello stesso tempo. Dice il neurologo “è come se in macchina guidassi con un piede che spinge giù tutto l’acceleratore, e l’altro piede che spinge giù tutto il freno, simultaneamente”. 
Cosa decide che vinca l’uno oppure l’altro?

Ma i neurologi pensano solo in termini di chimica e impulsi elettrici... quindi dobbiamo guardare altrove: zoom indietro!
Stiamo parlando di un essere umano, una persona con la sua inteligenza che si muove nel mondo spinta dai desideri e frenata dalle paure. In lui micro e macro decisioni avvengono tutto il tempo, se fare o non fare lo decide continuamente e perlopiù in maniera automatica.

Uno dei temi principali del lavoro proposto da Osho come via di trasformazione individuale è legato ai condizionamenti e alle repressioni. Il nostro comportamento nella vita non è altro che una lunga serie di “questo si può fare e questo invece no” imparato dai nostri genitori, insegnanti, preti... Crescendo, poi, questa mappa di riferimento potrebbe anche cambiare, ma non è detto. O cambiare solo in apparenza, perché in sostanza da dove viene lo stimolo a cambiare? Da un’altra forma di condizionamento o dall’esperienza diretta, innocente e soggettiva?
Dal punto di vista chimico, a quanto pare, abbiamo in egual misura entrambe le possibilità di scelta, il sì e il no di fronte alle cose. Per la chimica non esiste preferenza. Quindi chi decide?

La proposta di Osho è: in un mondo che influisce sul bambino così pesantemente da, di fatto, “programmare” tutto il suo comportamento che poi continuerà anche in età adulta, il primo processo da iniziare sulla via della meditazione è via via andare a rompere questi meccanismi automatici acquisiti per imitazione. Per lasciare spazio all’esperienza diretta di nuovo innocente della vita, senza pregiudizi. Per arrivare a costruirsi un senso di orientamento nella vita, nelle relazioni, in tutte le scelte, basato su una individuale valutazione esperienziale invece che sui pregiudizi. Perché a decidere nelle cose sia la tua saggezza e consapevolezza, invece che degli automatismi inconsci.
Gli strumenti sono tanti, vanno dalle tecniche di meditazione come la Osho Dinamica, alle Terapie Meditative come la Osho Mystic Rose, alle terapie di gruppo... un mare di strumenti tutti utili e importanti in momenti e stadi diversi del nostro percorso.

Per avere un’idea di quanti strumenti sono disponibili, clicca qui sui vari banner nelle nostre newsletter. E da parte nostra come sempre ecco due articoli dell’Osho Times (che è bello ricevere a casa tua in abbonamento). Buona lettura - Akarmo


L’essenza della resa
“Due amanti si fondono insieme: due corpi e un’anima. Il discepolo e il maestro si fondono insieme: due corpi e un’anima. Questo è arrendersi. Il discepolo non dice di sì al maestro, non è presente per dire di sì o di no. Il discepolo semplicemente non esiste...”

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: Osho, qual è la differenza tra obbedienza e resa? 

Osho: La differenza è immensa. Quando obbedisci, resti separato. Quando ti arrendi, non sei più diviso. Quando obbedisci dici di sì, ma è molto probabile che dentro di te ci sia ancora un no. Dicendo di sì vai contro il tuo no interiore. Quando obbedisci è molto probabile che si verifichi una dissociazione...


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Un’espansione del cuore
Mahendra ci racconta la sua esperienza con il mondo dei suoni e delle vibrazioni. E non solo… Da un’intervista di Prabala.

Da un articolo apparso sull'Osho Times

Quando scoprii la prima meditazione di Osho avevo 17 anni e successe molto casualmente. Ero in spiaggia in una notte di Luna piena a Borgio Verezzi. La Luna era rossa e l’atmosfera già magica di per sé. Una mia amica stava facendo una meditazione (la Prayer) sulla spiaggia e siccome ero molto attratto dalla luce nei suoi occhi – ne ero innamorato – le chiesi se potevo partecipare. Lei mi fece un bellissimo sorriso e mi spiegò come si svolgeva: fu una meravigliosa esperienza. Da lì cominciai a frequentare...


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