osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.131  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO


Ciao!
Che delizia Meditando, il grande evento di qualche settimana fa... e che bello incontrare i più di 100 amici che si sono gioiosamente coinvolti nelle meditazioni guidate da Shunyo e Marco...
Molti mi hanno detto che leggono con piacere questa newsletter quindicinale che prende vita regolarmente dal 2013... siamo già al sesto anno di vita!
E mi hanno chiesto della mia mamma, Fernanda... la signora di 97 anni che ogni tanto appare nelle newsletter, ha sempre bisogno di attenzioni quotidiane e la memoria ha un raggio d’azione di pochi minuti. Tra le varie cose che faccio la mattina, l’aiuto ad alzarsi e lavarsi. L’altro giorno l’aiutavo a infilarsi le sue belle mutande imbottite col classico pannolone che porta da due anni e lei non le voleva, “Cos’è sto fagottone?”. “Mamma sono mutande protettive perché ogni tanto non riesci e tenerla e ti scappa un po’ di pipì”. “Cosa??? Io non mi faccio mai la pipì addosso!!!”.
Un silenzio di riflessione e poi trova la soluzione a sta cosa che proprio non le andava giù e dice, “Secondo me la fai tu addosso e poi dai la colpa a me!”.

Ma non è simpatica?
E con questa sua risposta mi sono trovato a osservare che ci sono tante cose che uno proprio non può delegare a un altro, piccole cose... come la vita e la morte, l’amore e la meditazione... Puoi delegare tantissime cose a un altro, molto di quello che fai puoi benissimo farlo fare a un altro al posto tuo. Ma di fronte all’amore, per esempio... ti devi mettere in gioco. Non c’è scampo. Quando ti butti, quando fai il primo passo verso una donna o un uomo che ti attraggono, ci sei tu. Il tuo amore puoi viverlo solo tu.

Se non mi metto in gioco, se non mi coinvolgo, di fatto non sto vivendo. Lo so sembra una banalità dirlo, ma siamo penetrati così in profondità dal mondo virtuale, dai rapporti mediati da emoticon e simbolini vari che sembra di condividere molto di sé, ma di fatto stando dietro a uno schermo, comunicare dal proprio tastierino solitario non è un vero “mettersi in gioco”.

Quando in una meditazione guidata ti dicono di guardare in silenzio per qualche momento negli occhi un’altra persona come per esempio è successo a Meditando... ecco lì scopri che è una cosa che non facciamo mai. Quand’è stata l’ultima volta che ho guardato negli occhi qualcuno in silenzio nella vita normale? Uno dei due gira subito lo sguardo... oppure trova subito una battutina da dire per spostare l’attenzione. Ecco questi sono momenti in cui ci siamo messi in gioco. Oppure siamo scappati...

Con l’estate, con le vacanze, è più facile concedersi di incontrare le persone, abbiamo tempo, abbiamo voglia di contatto, è un’occasione da non perdere! Nei grandi centri di Osho come Miasto o a Pune, o come è successo a Meditando, “mettersi in gioco” è la dimensione normale della vita. Regalarsi qualche giorno lì... già il semplice fatto di non stare incollati allo smartphone, e la nostra vita è realmente arricchita di “vissuto”. Sono degli spazi “palestra” in cui ci si può aprire a giocarsi le carte che abbiamo in mano, e anche scoprire che abbiamo in mano tantissime carte che nemmeno sapevamo di avere.
Almeno in palestra possiamo essere vivi. Poi nella vita di tutti i giorni se non altro sappiamo che si può essere reali. E non serve fare chissà che... a volte mettersi in gioco può anche semplicemente voler dire di stare rilassati in silenzio invece di parlare del tempo pur di nascondersi...

Un invito a mettersi in gioco viene ogni mese dalla rivista Osho Times dalla quale ecco due articoli. E se vuoi leggerli tutti, abbonati: è bello riceverla a casa tutti i mesi.
Buona lettura – Akarmo






Per entrare meglio in meditazione...

Osho parla ai partecipanti di un Campo di Meditazione, dà loro una serie di istruzioni e suggerisce anche una tecnica speciale per rafforzare la meditazione


Un raro brano di Osho apparso sull'Osho Times

 

• Se percepisci anche solo un minimo raggio di speranza nella tua meditazione, fanne il tuo fondamento e lascia che diventi più forte.
• Non parlare troppo e sii conscio nel non seguire questa abitudine. È un’abitudine, quindi è necessario uno sforzo cosciente per spezzarla. Smetti anche il dialogo interiore, è vitale per un meditatore. E quando parli, evita le comuni chiacchiere, e parla solo di meditazione, nient’altro. Non sforzarti, ma cerca di stare in silenzio il più possibile. Se te ne dimentichi e inizi a parlare per abitudine, quando ne diventi consapevole, fermati immediatamente e scusati. Di’ solo l’essenziale. Non c’è bisogno di scrivere invece di parlare.
Questo ti aiuterà in modi diversi...

 


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Perché la catarsi?

Un'esplorazione di Swaram sulla seconda fase della Meditazione Osho Dinamica...

Da un articolo apparso sull'Osho Times
 

La seconda fase della Meditazione Dinamica di Osho è la catarsi. Notando come l’uomo moderno è afflitto da stress e ansia, Osho ha introdotto la catarsi nella meditazione per aiutare le persone a diventare più calme e rilassate e a essere più in salute. La mindfulness e altre tecniche di meditazione tradizionali, invece, non si occupano direttamente di energie ed emozioni represse, mancando di trattare una componente importante della coscienza umana...

 


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Questa settimana ti segnaliamo:

>>> Non perderti il bellissimo numero di Osho Times di luglio con libro allegato 
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>>> Leggi cosa ha detto Osho della sua rivista... l'Osho Times

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