Un cerchio perfetto

Più respiri a fondo e meglio è. Ricorda però una cosa: il respiro deve partire dall’ombelico, non dal torace; pertanto, quando inspiri, deve sollevarsi la pancia, non il torace: inspirando, la pancia si espande, espirando si contrae. Scordati il torace, come se non avesse nulla a che vedere con quanto accade. Limitati a respirare con la pancia, in questo modo sarà come se, nell’arco dell’intera giornata, facessi un sottile massaggio alla pancia.
Osserva un bambino, mentre respira: è quello il modo giusto e naturale di respirare. La pancia si alza e si abbassa e il torace resta del tutto inalterato, non è toccato dal passaggio dell’aria.
Tutta l’energia del bambino è focalizzata vicino all’ombelico. Con il tempo perdiamo questo contatto. Ci focalizziamo, bloccandoci, sempre di più nella testa e il respiro diventa sempre meno profondo.

Diventa un cerchio perfetto: quando espiri profondamente, da quell’espirazione nasce una profonda inspirazione e quando inspiri a fondo, da quella inspirazione nasce una profonda espirazione.

E ricorda: se l’espirazione non è profonda, l’inspirazione non potrà essere profonda. Se l’inspirazione è scarsa, l’espirazione sarà debole. Si bilanciano a vicenda: più vai all’esterno, più andrai dentro di te, e viceversa. Io insegno questa unità.

Tratto da:

Osho, Benessere Emotivo, Mondadori Ed.


Anche di un soddisfacente
rapporto uomo/donna

 
inspirazione, espirazione e respiro tantrico


Da un'intervist
a a Devapath apparsa su Osho Times n 191


 
Maschile e femminile


Il respiro è vita ed è anche il ponte che lega il corpo e l’anima, il conscio all’inconscio, come dice Osho;
il respiro è lo specchio di tante cose...
Ad esempio ogni respiro rappresenta sia il maschile che il femminile. L’inspirazione è la parte maschile mentre l’espirazione è la parte femminile. La parte maschile riguarda l’attività, il mettere in moto l’energia che governa la vita, mentre l’espirazione è il rilassamento, il lasciarsi andare, il fidarsi. Nella nostra cultura, fondamentalmente, viene attribuito un valore molto maggiore
all’energia maschile, all’inspirazione, mentre l’espirazione, l’energia femminile, non viene considerata molto. Di conseguenza, viviamo in uno stato costante di eccessiva inspirazione e non siamo più capaci di espirare profondamente perché abbiamo paura del femminile, abbiamo paura di fidarci, perché vediamo il femminile, anche nella vita, come rappresentato della morte.
Ogni respiro è, in un certo senso, un passaggio tra maschile e femminile, maschile e femminile... quindi, maggiore è l’equilibrio del res
piro, maggiore sarà l’equilibrio al nostro interno tra le due polarità. Nei miei gruppi osservo che la gente, di base, ha paura di espirare. Tuttavia, se non riesci a espirare, se l’espirazione è bloccata a un certo livello, anche l’inspirazione non riuscirà più ad andare in profondità. Inoltre, rimani sempre in uno stato di stress, e stress è un altro modo di dire paura. Il messaggio dello stress è “non ce la faccio” e ciò ci porta a vivere in uno stato costante di paura.
D’altra parte, puoi vederlo osservando la situazione generale, che è quella di un mondo in cui dappertutto la gente ha paura. Il modo più naturale di uscire da questa situazione è ricominciare a espirare.
E questo è esattamente ciò che si impara nella meditazione Dinamica: focalizzarsi sull’espi-razione. Forzi l’espirazione quanto più possibile in modo che si crei lo spazio per l’ingresso di nuova energia. Questa è anche l’indicazione nel nostro lavoro con il respiro, cioè cerchiamo di puntare l’attenzione sull’imparare a espirare perché, se l’espirazione è profonda, si crea maggiore fiducia anche nell’inspirazione. Lo vedo come un riequilibrio d
i fondo, grazie al quale impariamo a trovare un bilanciamento all’interno che poi viene riflesso anche nelle relazioni
tra uomo e donna. Per esempio, non essere in grado di respirare bene vuol dire che non si è nemmeno in grado di aprire il cuore: se non posso più rilassarmi, il cuore è chiuso. Secondo me, questo è un problema specialmente negli uomini che vivono tanto nella mente e che hanno paura di essere deboli, di piangere, di essere vulnerabili e sensibili, hanno paura delle loro emozioni. Ciò rende molto difficile anche l’apertura da parte della donna.
Fondamentalmente, io come uomo devo aprire il mio cuore per poter ricevere la donna e, nel momento in cui la ricevo, lei sarà molto più di­sponibile sessualmente. Se chiudo il cuore, se voglio soltanto fare sesso con lei, l’incontro sarà morto, vuoto. Inoltre, dato che la donna è molto più in contatto con il proprio cuore, ha anche maggiore bisogno di essere ricevuta nel cuore. In caso contrario, non c’è incontro. Se accogli la donna dentro di te, apri il respiro del cuore e così potrai arrivare a un circolo di energia in cui sesso e amore si incontrano. Il sesso da solo è piuttosto vuoto, superficiale. Tutti desideriamo un’apertura del cuore e il sesso può fare da guida, perché questa energia sessuale è necessaria per riuscire ad aprire il cuore… a quel punto, può verificarsi un incontro.



L’esperienza di nonmente

Il respiro quindi può esere usato anche per scoprire la parte femminile dentro di te e solo così diventi in grado di accettare e ricevere il femminile all’esterno. Accettare, ricevere e anche riuscire di nuovo a rilassarsi. Siamo tutti troppo carichi e stressati e alla fine arriviamo alla depressione. Questo è il problema fondamentale della società moderna: la depressione. Poiché non riusciamo più a rilassarci, non vogliamo più aprire il cuore. L’apertura diventa impossibil
e, la mente è troppo carica. Dobbiamo imparare a riportare lentamente l’energia al cu
ore e poi dal cuore alla pancia, il nostro centro dell’amore.
Quando sperimenti una maggiore accettazione della tua energia sessuale, qualcosa si rilassa all’interno e la sensibilità aumenta. Inoltre, e questa è stata un’esperienza molto intensa per me, diventiamo molto più grati all’altro. Questa gratitudine verso l’altro per una bella esperienza sessuale porta a un’apertur
a del cuor
e. È proprio un: “Oh, grazie!”. Non si tratta più di fare sesso e poi alzarsi e andare a fumare.
Questo è ciò che avviene attraverso la respirazione tantrica: la base è lo s
blocco del bacino perché, secondo i nostri condizionamenti, la parte bassa del corpo è l’inferno. Cerchiamo di integrare l’inferno e il paradiso, o dio e il diavolo. In realtà, non c’è separazione. Cerchiamo di trovare un’integrazione perché, a causa dell’educazione ricevuta e della separazione tra bene e male, dio e il diavolo, tra il paradiso e l’inferno, abbiamo contratto e bloccato il respiro intorno al centro energetico del potere, a livello del diaframma. Io lo chiamo il muro del Vaticano. Proviamo ad abbattere questo muro in modo che il “Vaticano” scompaia e rimanga soltanto l’essere nella sua integrità. A questo scopo, è molto importante ricollegarsi ai naturali movimenti del bacino, facendolo oscillare e ruotare, come fa Mick Jagger dei Rolling Stones... ai suoi tempi Elvis lo faceva persino meglio e tutta una generazione ne era affascinata!
Alla fine, si arriva a sbloccare il bacino e questo fatto è necessario per sostenere il respiro, per dargli una base. Se ciò non accade, vivi soltanto nella parte alta del corpo, in uno stato di costante tensione nervosa e la pancia non può rilassarsi. Per rilassare la pancia, il bacino deve essere di nuovo capace di muoversi; di base, siamo tutti bloccati con il bacino nella fase dell’espirazione.
L’orgasmo accade con l’espirazione. In quel punto l’energia ti travolge e ti lasci andare. Ma questo, per molte persone moderne, è difficile. La forma maschile “attiva” di sesso è accettata, il fare sesso è permesso. Ma il lasciarsi andare nel sesso, la resa nel sesso, la qualità femminile del sesso, il lasciarsi travolgere dall’energia è molto difficile perché per la mente è come morire. L’orgasmo è come una morte per la mente!
Osho fa notare come l’orgasmo sia la prima esperienza di nonmente, anche se solo per qualche momento. Ed è così soddisfacente, così bello questo dissol­versi nell’esistenza che
da lì può nascere l’interesse per la meditazione... uno stato di nonmente meno mo­mentaneo e che non dipende dall’altro. 

(da un'intervista di Sahaja)

  Devapath


Qui
trovi anche un video con Devapath (in inglese)

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Alla base di tutto... il respiro
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