Deva
Premal e Miten
ci parlano di meditazione,
di
Osho, del loro amore...
e della loro musica
in viaggio coi mantra e le canzoni
Da un'intervista di Marga apparsa su
Osho
Times n 193
Marga: Le
vostre storie in quanto ricercatori: come siete arrivati a
Osho e alla meditazione?
Deva Premal: Grazie a mio padre, Wolfgang, un uomo
fuori dal comune, un artista, sono nata e cresciuta tra
mantra, meditazione, Bhagavad Gita, reincarnazione, Zen e
dissoluzione dell’ego… tutte queste parole e anche una
graduale comprensione, man mano che crescevo, mi sono state
regalate sin dall’inizio. Mio padre era molto attratto dalla
spiritualità orientale e ha portato sul sentiero della
meditazione anche mia madre, che prima di incontrare lui era
cristiana praticante.
Intorno ai dieci anni, però, volevo essere più simile ai
miei compagni di scuola e di conseguenza mi avvicinai al
cristianesimo e volli persino essere battezzata, ma prima di
potermi davvero calare in quella realtà i miei genitori mi
“presentarono” Osho… mia madre andò a Pune nel 1981 e tornò
come Ma Gyan Viten e riconobbi immediatamente Osho come il
mio maestro. Ho fatto la mia prima dinamica a dieci anni e
mi è piaciuta tantissimo! Era semplicemente naturale. Dopo
alcuni mesi in cui meditai regolarmente presi il sannyas e
diventai Ma Deva Premal, Amore Divino.
Miten: È stata la musica ad aprirmi a Osho e prima di
incontrarlo non è che mi considerassi un ricercatore.
Sapevo che la vita che stavo conducendo e la musica che
facevo – da buon giovane londinese ben inserito nella scena
rock del tempo, sex & drugs & rock’ n’roll – non era
tutto, ma non sapevo dove cercare. Poi ho letto un libro di
Osho, allora Bhagwan Shree Rajneesh, dal titolo No Water
No Moon (10 storie Zen) e immediatamente mi fu
chiaro dove dovevo andare e cosa dovevo fare. Così mi
lasciai alle spalle la vecchia vita e spiccai il salto!
Quando arrivai da Osho, a Pune, il mio primo atto
“cosciente” fu vendere tutte le mie chitarre. Non dissi a
nessuno che ero un musicista e mi immersi nella vita della
comune. La musica che ascoltavo e la vita che conducevamo
erano così appaganti e nutrienti… mi facevano stare così
bene che semplicemente ci sono sparito dentro. E il dolore,
le ferite legate alla musica cominciarono a guarire. In quei
primi anni passai dall’essere alla ricerca di qualcosa al
ritrovarmi “a casa” e da allora, anche se io e Deva siamo
sempre in giro per il mondo, mi sento a casa dentro di me,
ovunque mi trovi.
MA: Se non è
troppo ovvia come domanda, che ruolo ha giocato la musica
nelle vostre vite?
MI: Non è affatto ovvia!
La musica è la chiave che mi connette sia a Osho che a Deva.
Attraverso il suo amore e la sua visione Osho mi ha guarito,
mi ha “restituito la musica” e ora la mia esperienza della
musica è nuova e innocente.
Con Deva il ruolo che la musica ha nella nostra connessione
è tantrico. È gran parte della nostra pratica tantrica.
Quando suoni e fai musica con qualcuno, lo incontri
veramente nella sua autenticità, conosci la sua anima. Due
persone che suonano insieme si espongono, sono nude l’una
per l’altra. È come fare l’amore.
Quindi per me e Deva fare musica insieme è un grande dono, è
un’estensione della nostra connessione sessuale e ci nutre
allo stesso modo.
DP: Ho sempre amato la musica e specialmente al mio
ingresso nel mondo di Osho erano la danza e il canto ad
attrarmi maggiormente. Ricordo così tante serate piene di
beatitudine nella Buddha Hall di Pune. Mi sento così
fortunata: la musica è diventata la mia vita. Non mi
aspettavo certo di diventare una musicista o una cantante,
quindi il modo in cui la mia vita si è dispiegata è una
grande sorpresa per me. Ho sempre amato la musica di Miten,
la sua voce e le sue belle canzoni e amavo cantarle e
ballarle ogni giorno alla White Robe. Ma certo non sognavo
che ne avrei fatto parte e che vi avrei contribuito con i
miei talenti. Fu Miten ad aprire quella porta per me, in
modo molto dolce (dolce come lui) incoraggiandomi a cantare
e ad “aprire” la voce. Quando fui pronta mi presentò al
resto dei musicisti e mi insegnò a cantare davanti a un
microfono, insieme alla band e mi incoraggiò a sentire la
musica nel corpo mentre cantavo. Anche Miten è il mio
“guru”!
MA: Voi fate
concerti nei templi e nelle chiese oltre che nei luoghi
classici… che differenza c’è tra suonare in una cattedrale
e in uno stadio?
DP: Personalmente non sento una distinzione tra
luoghi sacri e luoghi normali. Ricordo di avere suonato
l’anno scorso in USA in una prigione e il silenzio e il
canto erano così speciali, così profondi che non li
dimenticherò mai: il carcere, i detenuti… insieme abbiamo
creato un tempio di silenzio. Ovviamente non definirei un
carcere un luogo sacro in senso convenzionale, ma in quel
momento lo era. Quindi la sacralità e la santità sono dentro
di noi e possiamo avervi accesso ovunque ci troviamo e
cantare mantra e canzoni sacre mi aiuta molto a connettermi
con il divino nel momento.
MI: Ti faccio un esempio di come i mantra
possono trasformare una situazione. Durante il tour europeo
di quest’anno uno dei concerti era al Circo Krone, a Monaco
di Baviera. Abbiamo suonato proprio nell’arena in mezzo
all’odore degli animali e c’erano mille persone lì per noi.
E tutti insieme abbiamo trasformato quell’arena in un
tempio. L’energia della gente, la musica, i mantra…
l’atmosfera era piena di amore e di grazia. Quello che
voglio dire è che qualsiasi luogo può diventare sacro se
vogliamo. La nostra musica arriva da Osho quindi è sempre
sacra e sempre connessa alla gioia, alla celebrazione
e al silenzio della meditazione.
Amiamo suonare nei templi e nelle chiese, sono posti creati
per la contemplazione, ma quando un teatro o un circo viene
trasformato in un tempio durante un nostro concerto è una
cosa speciale! A Mosca abbiamo suonato davanti a più di
tremila persone: era la stessa cosa, anche se eravamo in
un’enorme arena rock! Era diventata una Buddha Hall!
MA: Il vostro
lavoro, al di là dei concerti.
MI: Non consideriamo “lavoro” ciò che facciamo, non
lo facciamo per soldi. Se i soldi arrivano è un grande dono
e lo accettiamo in quanto tale, ma non è la ragione per cui
cantiamo e suoniamo. La ragione per cui cantiamo e suoniamo
è connetterci con la grazia divina. Suoniamo per quella
connessione e ciò che facciamo non è una performance, è come
un workshop di musica e anche se molte delle persone
che vengono ai nostri concerti non hanno mai incontrato
Osho, questi raduni hanno la stessa qualità di quando
accadono in una Buddha Hall. La vibrazione ci sostiene,
nutre l’amore che abbiamo l’uno per l’altra e quella
sensazione si espande in tutto il pubblico.
DP: Io e Miten viaggiamo e condividiamo i doni che
abbiamo ricevuto da Osho oramai da più di vent’anni. Questo
è il nostro lavoro! Viviamo in questa bolla dolce di
creatività, musica, amore e risate… e la bolla include le
persone che lavorano con noi. Manose, ad esempio, il nostro
maestro di flauto “bansuri”, è straordinario, come musicista
è una vera stella. È entrato nella nostra vita circa dieci
anni fa, per l’album Embrace. È arrivato in studio e ha
suonato con tale talento, t ecnica e libertà di
spirito che ci siamo innamorati di lui immediatamente. Da
sette anni suona e viaggia con noi, è un grande dono nella
nostra vita.
MA: Stare insieme,
relazione, amore… cosa c’è di rilevante nel vostro essere
Deva Premal&Miten e non solo Deva Premal e Miten?
MI: La nostra connessione è basata sulla libertà, non
abbiamo mai avuto il desiderio di imprigionarci a vicenda
impegnandoci in una cosiddetta relazione. Viviamo insieme
giorno per giorno, rispettando il diritto dell’altro alla
libertà e siamo… migliori amici. Questa è l’opportunità e la
sfida che Osho ci ha dato, vivere insieme in libertà. Ed è
la connessione più intima e profonda che abbia mai avuto con
una donna, anzi, con un essere umano! Viviamo insieme
ventiquattro ore al giorno sette giorni alla settima e lo
facciamo da ventun’anni!
DP: Sento di essere veramente “benedetta” a
condividere la mia vita con Miten. Come ha detto Miten
viviamo insieme e ci amiamo con la comprensione che potrebbe
non essere per sempre. Ovviamente c’è anche
dell’attaccamento, ma per il fatto che tra noi c’è una
grossa differenza di età l’illusione di permanenza non è
così forte. E forse quella comprensione è la ragione per cui
amiamo così tanto la reciproca compagnia. Osho ha dato a
tutti noi indicazioni molto chiare su come onorare la
libertà dell’altro e noi l’abbiamo preso molto a cuore. Il
fatto che lavoriamo ed esprimiamo la nostra creatività
insieme è un grande beneficio. È semplicemente un mistero e
non è necessaria una spiegazione, è quello che è.
MA: Qualche cosa
su Osho? Aneddoti, consigli, o altre dolcezze?
MI: Senza Osho non ci sarebbe nessun Deva
Premal & Miten.
Lui ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno anche per
gestire il successo e l’interesse che riscontriamo nel mondo
grazie alla nostra musica. Sarà karmico? Forse… forse, ma
qualsiasi nome vogliamo dargli è tutto Osho…
DP: Amo il fatto che molta della gente che
incontriamo sia toccata da Osho attraverso la musica. Molti
sono alla ricerca di qualcosa e vogliono tuffarsi più in
profondità nella sua visione, nel suo mondo e noi abbiamo la
possibilità di condividere con loro il nostro amore per
Osho. Attraverso questo “viaggio” coi mantra e le canzoni di
Miten abbiamo incontrato così tante persone meravigliose,
alcune erano state con altri maestri e insegnanti e con loro
condividiamo le nostre esperienze e il nostro amore per i
rispettivi maestri. Persone come Krishna Das e il suo guru
Neem Karoli Baba e Snatam Kaur e il suo amore per Yogi
Bhajan e Guru Nanak, un maestro di cui Osho ha parlato con
così tanto amore.
Ci consideriamo compagni di viaggio, una grande famiglia,
senza separazioni, è così bello.
Attraverso i discorsi di Osho ci siamo aperti a così tanti
diversi sentieri, tradizioni, insegnamenti e questo si
riflette nella nostra musica. Non cantiamo solo mantra
sanscriti e le canzoni in inglese di Miten, ma anche canti
sufi, africani e dei nativi americani. Osho ci ha reso
consapevoli dell’unità di tutti i sentieri e durante i
nostri viaggi abbiamo fatto esperienza diretta di questa
realtà.
MA: Cos’è
veramente importante per voi adesso? Direzioni,
destinazioni?
MI: Continuiamo a seguire i nostri cuori e a
celebrare l’amore che abbiamo per Osho e a cantare per lui,
attraverso i mantra, i canti e le canzoni. Lui continua a
guidarci e a nutrirci e ci dà anche “the courage to be
wrong”, il coraggio di sbagliare, come cantiamo in Strenght
of a rose. La creatività continua a scorrere, abbiamo in
cantiere molti nuovi album e amiamo la vita che facciamo.
Abbiamo una band strepitosa, il miglior maestro di bansuri
del mondo, Manose, e il grande tastierista Maneesh De Moor.
L’anno scorso abbiamo fatto concerti in 25 nazioni diverse e
l’anno prima anche!
Amiamo fare concerti e tenere i nostri gruppi… così tante
persone, vederle scomparire in un silenzio profondo alla
fine della serata. Abbiamo un grande team di persone che ci
sostengono e che amano il lavoro che facciamo insieme. La
vita non potrebbe essere più dolce di così, anche se
restiamo aperti a ulteriori miracoli del maestro!
DP: Quello che è importante per me e che io e Miten
continuiamo a condividere noi stessi. Riceviamo così tante
email e messaggi da molte persone che ci raccontano come i
mantra e la musica le hanno guarite e ispirate! E a volte
dico a me stessa che anche per uno solo di questi messaggi
la mia vita ha un valore. Come dice Rumi “Ci sono cento modi
per inchinarsi a baciare la Terra” e io ringrazio Osho ogni
giorno per la vita con cui ci ha benedetto.
Per informazioni sul loro lavoro:
www.MitenDevaPremal.com
www.facebook.com/devapremalmiten
Miten e Deva Premal
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