lasciati andare... e vedrai che,
come diceva il poeta,
“il naufragar m’è dolce
in questo mare”!

 


Un brano di Osho apparso, inedito, su OshoTimes n.191





Amato Osho,
“C’è così tanta gloria nell’oceano... arrivano le onde, arrivano le onde...” dice una canzone che ascolto spesso, tuttavia ancora una volta mi sembra di stare correndo disperatamente per raggiungere la terraferma! Che ne dici di un’altra lezione sul lasciarmi travolgere?
 
Quando arriva l’invito dell’oceano, non scappare via.
L’oceano è l’inizio stesso della vita, non solo metaforicamente, ma nella realtà. Fisicamente, veniamo dall’oceano. E l’oceano da cui proveniamo è più vasto, invisibile agli occhi del corpo, spirituale. Quando arriva l’invito, correre verso la terraferma vuol dire correre verso la propria tomba.
Al di fuori dell’oceano c’è soltanto il cimitero.
La vita è nell’essere oceanici.
È stato William James a dare al mondo questa parola, “oceanico”. L’oceano è sempre esistito, ma ogni tanto un uomo ricco di intuizione gli attribuisce una dimensione completamente nuova. James è il primo uomo ad aver usato la parola “oceanico”, nel senso di vastità, infinito, eternità, immortalità. È sempre presente, continuano ad arrivare onde su onde. E come accade nell’oceano, nel mare, così è nell’oceano della consapevolezza: onde su onde, gioia senza fine, albe infinite, celebrazione eterna.
Perché pensi a scappare? Comunque, non è un fatto raro, quasi tutti pensano di fuggire dall’oceano, da tutto ciò che è più grande di loro, perché c’è il timore di essere sopraffatti e scomparire.
Non ti servono lezioni sul lasciarti sommergere, sarà l’oceano a fare tutto il lavoro. Tu devi soltanto smettere di correre, siediti in silenzio e lascia che l’oceano ti porti. Non aver paura che ciò vorrà dire la morte per te. Questa paura nasce in ogni mente nel momento in cui si avvicina all’infinito. La mente è una cosa molto piccola, minuscola. Si è creata una vita “comoda”, anche se è una vita buia, infelice e spiritualmente povera.
Tuttavia, in un certo senso appare sicura, perché almeno non sei travolto da qualcosa che è più grande di te. Ma se un uomo non impara a lasciarsi travolgere, si lascia sfuggire tutto ciò che ha valore. Non conoscerà l’amore, fuggirà dall’amore, perché l’amore è più grande di lui ed è travolgente. Una persona del genere fuggirà dalla verità. Le bugie vanno bene: sono più piccole di te. Le hai create tu, quindi come possono essere più grandi di te? La verità, invece, non è creata da te, anzi sei tu che nasci dalle sorgenti della verità. È naturale che nasca dentro un certo timore quando ci si trova davanti alla verità, il silenzio è travolgente. Il rumore è tutto tuo, ma il silenzio appartiene all’esistenza. Ti senti a tuo agio con una mente rumorosa, che chiacchiera di continuo. Ti sei identificato con questa piccola mente, con questa piccola personalità, che non è la tua realtà. Ma puoi conoscere questa verità soltanto se ti permetti di annegare nell’amore, nella verità, nel silenzio, in un’estasi che non conosce né un inizio né una fine. Non c’è altro modo per arrivare a conoscere te stesso se non annegando nella sorgente stessa della tua vita e nella meta stessa della tua vita. La gente, prima di lasciarsi sommergere, vorrebbe averne un piccolo assaggio. Ma qui non valgono le regole del mercato, non si può ricevere un assaggio della verità a pezzettini e nemmeno dell’amore.

Mulla Nasruddin voleva imparare a nuotare. Si recò dal maestro che insegnava a nuotare ai bambini e che era disposto a insegnarlo anche a lui. L’insegnante gli disse: “Non è difficile. Puoi imparare in un solo giorno”.
In realtà, tutti nascono con la capacità innata di nuotare. Tutto ciò che serve è il ricordo, non è una cosa nuova da aggiungere, ma qualcosa di cui non sei consapevole anche se è sempre stata parte del tuo essere. Il bambino nella pancia della madre nuota, galleggia nell’acqua. Quest’acqua è composta dagli stessi elementi, dalle stesse sostanze chimiche, i sali, che formano l’oceano. Questo fatto ha dato agli scienziati l’idea che la vi­ta abbia avuto origine nell’oceano. Nasce tuttora nell’oceano: una donna incinta mangia più cibi salati, perché deve mantenere l’equilibrio esatto delle sostanze chimiche che compongono l’acqua dell’oceano.

Non puoi avere un assaggio della vita: o vivi o non vivi. L’insegnante di Mulla disse: “Non preoccuparti, nuotare è una faccenda di poco conto, vedi come imparano i bambini piccoli?”.
Mulla aveva qualche timore e disse: “Vedo che i bambini imparano, ma io non sono un bambino”. Per il nervosismo e la paura scivolò sugli scalini di pietra prima di entrare nel fiume. Cadde, poi si rialzò e si mise a correre senza dire una parola al maestro.
Il maestro disse: “Mulla Nasruddin, che cosa è successo?”.
Lui replicò: “Mi basta così. Prima voglio imparare a nuotare e poi mi avvicinerò all’acqua, non voglio rischiare!”.

Ma come puoi imparare a nuotare sul letto? Puoi muovere le mani e le gambe, puoi persino procurarti una frattura, ma non imparerai l’arte del nuoto. Soltanto l’acqua ha la capacità di far rivivere in te un segreto nascosto che in realtà conosci già.
Un professore giapponese ha provato a insegnare ai bambini. All’inizio, ha insegnato a nuotare a bambini di un anno. Era una bella notizia, nessuno aveva mai pensato che un bambino di dodici mesi potesse nuotare. Poi, a poco a poco, ha ridotto l’età: dieci mesi, nove mesi, sei mesi… adesso lavora con neonati di tre mesi. E l’ultimo passo sarà quello di insegnare a un bambino nato da un giorno, mettendolo immediatamente in una vasca di acqua tiepida, lasciandolo nuotare, perché il bambino sa già come fare e ha solo bisogno di una possibilità.
Milioni di persone non sanno nuotare perché non ne hanno mai avuto la possibilità, ma l’esperienza è troppo bella per privarsene.
Essere nell’acqua vuol dire tornare alla sorgente che ti ha dato la vita. Può darti nuova vita, freschezza e rinnovamento.
Tu corri verso la terraferma, ma stai correndo verso la tomba, perché le tombe sono asciutte. La vita intera è oceanica. Non hai bisogno di imparare a lasciarti sommergere. Devi soltanto imparare a non fuggire, poi il resto verrà fatto dalle sensazioni oceaniche di silenzio, amo­re, verità, meditazione. Sono loro che ti “annegheranno”.
Impara a essere disponibile e silenzioso per il momento in cui l’onda di marea dell’esistenza verrà a travolgerti. Non è la morte, ma la vita vera. Prima, eri morto. Queste onde di amore e verità, bellezza e celebrazione ti daranno la vita autentica, la vita come dev’essere.

Accetta l’invito di qualcosa che è più grande di te e che ti rende grande.
Per molte vite ti sei dedicato allo stesso gioco di fuggire dall’oceano verso la terraferma.
Questa volta prova un nuovo gioco, corri verso l’oceano, verso ciò che può travolgerti. Fuggire è da vigliacchi. Correre verso l’oceano, verso ciò che ti sommerge vuol dire vivere pericolosamente. E soltanto chi vive pericolosamente vive davvero, gli altri vegetano soltanto.

(Tratto da: Osho, The Invitation #16)


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