

































Quando
nella coppia
il sesso non è più...
solo sesso
Intervista
a Homa e Mukto
Da un'intervista di Sahaja apparsa
su Osho
Times n 192
Sahaja: Il Tantra può essere
un modo diverso di vivere una relazione? I problemi, i
litigi, gli alti e bassi tra un uomo e una donna... possono
trovare aiuto nel Tantra?
Mukto: Se lo consideri un sistema di vita che
consiste nel dire di sì a qualsiasi cosa incontri dentro te
per entrare più in profondità nella consapevolezza, allora
si può dire che il Tantra è meditazione, include il sesso ma
non si limita a quello, include anche ogni disturbo emotivo.
Quindi qualsiasi cosa accada tra i partner – se entrambi
sanno accettarlo e lasciare che accada – la meditazione e la
trasformazione possono accadere. Si tratta di una relazione
del tutto diversa da quella di una coppia che ha determinate
idee su come dovrebbero andare le cose, non solo a letto, e
in cui quindi si lotta contro la vita, contro il partner,
contro se stessi!
Homa: Una relazione che include il Tantra ha una sua
specificità: la sua base è la ricerca di onestà, totalità,
apertura, e quindi spazio per la trasformazione. C’è una
profondità diversa perché si tratta di incontrare l’altro
senza protezioni, senza maschere. Molte volte in una
relazione abbiamo pensieri sul partner che non condividiamo,
nel Tantra invece si affronta ciò che è per ciò che è, sia
il buio che la luce. Funziona in una relazione a lungo
termine, anzi nella mia esperienza è l’unico modo di tenere
viva una relazione, mantenerne la linfa e la sessualità
anche dopo anni. Molti dicono che la sessualità a un certo
punto si spegne, ma qui mi riferisco a un diverso tipo di
sessualità, non a quella “solita”: è qualcosa di molto
vicino alla meditazione. È diverso, porta a una
“amorevolezza” col partner e il sesso non è più un
obiettivo, è più che altro un incontro.
SA: Le coppie di meditatori hanno spesso l’idea di
utilizzare il sesso, il sesso tantrico, come percorso
spirituale. Potete parlarne?
MU: Quando accetti, accogli quello che è, rispetti
ogni evento riconoscendone l’importanza e porti tutto questo
anche nel sesso, smetti di praticarlo così com’eri abituato.
Spesso cerchiamo il rapporto sessuale come compensazione
delle nostre ferite, quando “facciamo” sesso non ci sentiamo
vulnerabili. Ma se lasciamo che le cose siano “così come
sono” anche durante l’atto, allora la nostra vulnerabilità
emerge e il sesso assume una dimensione nuova. È un
processo difficile perché è difficile affrontare la nostra
vulnerabilità, le ferite profonde e l’area sessuale è una
delle più “cariche”! Se si riesce a entrare in questo
percorso, però, accade qualcosa di immenso. Non solo nella
relazione, ma anche per ciascuno dei partner.
HO: I nostri riferimenti sono soprattutto Osho, ma
anche Barry Long e Satya Puja. Long enfatizza l’elemento del
“non fare”, Osho quello della vitalità e del quieora.
Ricordo quando diceva: ti svegli al mattino e il tuo amore è
ancora lì, fantastico! Allora sei con questa persona e sai
che c’è ancora amore, è bello. Potrebbe durare una vita, un
anno, un mese, ma il criterio è l’amore e non la dipendenza.
È la meditazione di cui godi stando vicini.
MU: Il punto è proprio “quello che è”. È l’essere
consapevoli e il vivere per diventare più consapevoli. È
l’aprirsi alla consapevolezza senza spingere le cose sotto
il tappeto. Ma guardare le cose per quello che sono richiede
molta energia. Molte coppie che cominciano a praticare il
Tantra devono imparare innanzitutto a muovere le energie e a
smettere di “fare”, a rilassarsi insieme, anche durante la
penetrazione. Devono sapere, ad esempio, che la penetrazione
è in un certo senso uno stadio avanzato, perché se non sai
come muovere e liberare la tua energia sessuale e inizi
subito con il lasciare che le cose siano come sono, potrebbe
verificarsi una sorta di effetto anestetizzante nella
coppia.
HO: Il primo passo in questo lavoro è risvegliare
l’energia e poi si procede a decondizionare. Solo quando si
è innalzato il livello di energia si può riuscire a
osservare com’è quando fluisce naturalmente, senza
controllarla in continuazione, a diventare consapevoli di
ciò che si porta nel proprio inconscio. Si riconoscono le
proprie fantasie, ad esempio, altrimenti la via tantrica
diventa repressione invece che risveglio di coscienza. È
come quando Osho parla di quelli che meditano solo per
calmarsi: i loro pensieri rallentano, ma la loro energia è
ancora bassa! La nostra proposta di percorso tantrico è un
po’ simile a quella della Meditazione Dinamica: prima ti
muovi, alzi l’energia, poi tiri fuori tutto per diventare
consapevole di quello che c’è, dici sì alla vita e infine
rimani fermo: entri in profondità in te stesso, osservi
l’energia mentre si muove. Così si diventa consapevoli di
cos’è l’inconscio. E non bisogna fare niente. Questo è
fondamentale. Non sei tu che trasformi, la cosa si trasforma
da sé e tu assisti al processo.
MU: Per potersi avvicinare a questo tipo di
Tantra bisogna avere una comprensione di come avvengono la
trasformazione e la meditazione. La mente che lotta sempre
contro ciò che è non può entrare in questo percorso perché,
non riuscendo a sostenere ciò che è così com’è, cercherà dei
modi per cambiare le cose, controllarle. Quindi più la mente
comprende che la trasformazione accade quando dici sì agli
eventi così come sono, più ci sarà disponibilità ad entrare
nello stato del “non fare”. In un certo senso quello di cui
sto parlando è uno stadio più avanzato dell’esplorazione
sessuale. Il primo stadio è chiaramente lasciare che la
sessualità si esprima, che la bomba esploda. Quando l’hai
fatto così tante volte che è diventata soltanto una
ripetizione, tanto che ormai ti “annoia” far sesso con un
altro uomo o con un’altra donna, o continuare a rivivere le
tue stupide fantasie, l’atto così come lo conoscevi diventa
“dannoso”, perché ti rendi conto che lo stai usando per
tenerti distante dalla profondità emotiva e dalla
comprensione. Diventa l’opposto di ciò che dovrebbe essere.
Diventa un modo di nascondere te stesso a te stesso. E
questo crea una dipendenza.
HO: Il mondo oggi è sesso-dipendente. Abbiamo notato
che le persone dipendenti dal sesso non sentono; sembra che
stiano sentendo, ma in realtà accedono a un livello di
piacere in cui non sentono veramente, e non sono
vulnerabili, non stanno ricevendo energia. Sono come un
alcolizzato che beve e ne vuole ancora e ancora, ma non
gusta il sapore del vino.
Invece questo tipo di Tantra porta consapevolezza, porta la
meditazione nel turbine dell’energia sessuale; e questo si
propaga in tutta la vita di una persona, diventa il suo
stato dell’essere e in questo senso è un cammino spirituale.
SA: Nella vostra esperienza di conduzione di gruppi,
potete fare delle distinzioni tra i blocchi fisici ed
emozionali degli uomini e delle donne?
HO: Può venir fatta una distinzione di base. Con le
donne molto spesso emergono blocchi legati alle più
disparate forme di abuso.
MU: L’abuso nella donna è più delicato e devastante.
Molti abusi sono accaduti anche agli uomini, ma non portano
alle stesse caratteristiche di fragilità e alle stesse
paure.
HO: Ci sono abusi fisici come quello sessuale, il più
traumatizzante. Poi c’è quello del bambino che veniva
picchiato spesso: quando da adulto entra nell’energia
sessuale, quest’ultima, così potente, risveglierà in lui il
vissuto di sentirsi sopraffatto da qualcun altro. La sua
reazione sarà lottarci contro, o andare in panico. Ci sono
casi in cui non serve che l’abuso sia stato fisico, basta
una “vibrazione” violenta del genitore, ad esempio in casi
d’alcolismo.
MU: Di solito le persone con un passato
traumatico se ne disconnettono, principalmente con due
modalità diverse. Una più tipicamente femminile, si ritirano
dall’amore, diventando ipersensibili e incapaci di ricevere
la potenza dell’energia maschile: la donna cerca di
controllare l’uomo in modo che la sua energia si plachi.
Oppure, ed è questo un modo più tipicamente maschile,
diventano aggressivi e insensibili, violenti e dominanti,
sempre allo scopo di non entrare in contatto col “pantano”
che hanno dentro di sé.
HO: Altre volte le donne diventano apparentemente
molto sexy, ma appena si va un po’ più in profondità si
aprono le loro ferite. È come se la loro parte maschile
prendesse il sopravvento, ma dentro rimanesse la paura.
Voglio anche aggiungere che nell’uomo ci capita spesso di
riscontrare che, se sua madre è stata una manipolatrice, non
riesce a fidarsi delle donne: teme che amore e manipolazione
vengano nello stesso pacchetto. Prova una sorta di
amore-odio verso le donne, le desidera, ma nel suo profondo
c’è un “no”. Nel nostro lavoro affrontiamo uno strato alla
volta penetrando in profondità nelle memorie del corpo. A
volte non lo facciamo in senso terapeutico, ma
energeticamente. Solo dopo un processo del genere sarà
possibile entrare nel quieora senza il filtro di ricordi
traumatici. Avremo costruito insieme, attraverso
l’esperienza, qualcosa di positivo a cui la persona possa
ancorare se stessa. “Ah! Questa sono io ora. Quello è
accaduto nel passato”. Quindi, gran parte del lavoro avviene
attraverso la meditazione, la consapevolezza, e attraverso
la costruzione di una memoria positiva nel corpo.
SA: C’è qualche tecnica di meditazione tantrica che
si può fare con il partner e che ci raccomandate?
MU: La prima cosa è imparare a entrare nella
sincronia del cuore. Prima di accedere alla pratica
sessuale, si dovrebbe partire dal cuore perché è il cuore
che accetta e lascia che le cose siano come sono, che non
giudica ma include. Quando poi si inizia la pratica sessuale
viene fuori ogni sorta di cosa. È facile litigare, giudicare
il partner, sentirsi sopraffatti, farsi il proprio viaggio
personale. Connettersi con il cuore prima è fondamentale.
Noi proponiamo di farlo tramite una meditazione sul cuore –
si trovano in Osho, Meditazione Prima e Ultima Libertà – e
ce ne sono anche nel Vigyana Bayrava Tantra, il Libro dei
Segreti commentato da Osho. Impari ad ascoltare il cuore e a
vedere… quando si permette alle energie del cuore di
incontrarsi, accade qualcosa.
Sembra teorico, se non l’hai mai fatto, ma è molto semplice.
Poi naturalmente l’approfondimento è più lungo, ma l’idea di
base è quella di incontrarsi non attraverso la mente, i
concetti, le idee e i giudizi, ma piuttosto quando entrambi
i partner accedono al quieora in connessione con i sensi. È
solo così che possono percepire la benedizione dell’incontro
e l’espansione dei cuori fluisce dall’uno all’altro. È molto
potente, è la pietra miliare dei nostri gruppi.
HO: Sì, la connessione con il cuore ti rende in grado
di affrontare qualsiasi cosa. Accade attraverso una
trasmissione energetica che non ha a che fare con il piano
delle parole. Come quando Osho parlava, ma allo stesso tempo
“trasmetteva” e diceva di ascoltarlo dal cuore.
SA: Quindi prima di tutto suggerite di entrare nel
cuore e poi di accendere l’energia.
MU: Permettimi di specificare. Il processo di
innalzamento dell’energia sessuale è bene impararlo in un
gruppo. Se una coppia lo prova da sola senza supervisione
potrebbe non essere molto utile o addirittura dannoso.
Perché poi l’inconscio viene fuori. Noi in gruppo siamo in
grado di accompagnare le persone in certi spazi
dell’inconscio perché sappiamo come poi riportarle indietro,
al cuore. Ora posso solo spiegare un piccolo esercizio che
va oltre il cuore e che le coppie possono sperimentare da
sole in sicurezza. L’uomo è positivo nel primo chakra e la
donna nel quarto e metterli in connessione attiva un
flusso di energia. Non occorre fare nulla. Il circolo
d’energia parte dal primo chakra dell’uomo va verso quello
della donna e poi sale verso il quarto della donna, poi
lascia il cuore della donna e viene ricevuto dal cuore
dell’uomo. È il classico Shiva-Shakti, il principio maschile
e quello femminile del Tantra. Si potrebbe sperimentare
anche durante la penetrazione, ma diventa complesso perché,
se davvero si smette di “fare”, può succedere qualsiasi
cosa: è più la regola che l’eccezione che vengano fuori
tante insicurezze.
HO: Sì: non gli piaccio, non gli viene l’erezione, mi
ha respinto, non è qui per me ora...
MU: Perciò se si vuol provare da soli, al di fuori di
un gruppo suggerisco davvero di praticare questo esercizio
senza penetrazione. Ci si può sedere insieme, magari la
donna in grembo all’uomo. Si immagina un flusso di luce che
circola nel modo che ho spiegato e si aiuta a espanderlo con
il respiro.
Questo esercizio aggiunge alla connessione con il cuore
anche l’elemento dello spazio e del fluire energetico.
Mukto e Homa
Homa
e Mukto saranno presto per la prima volta in Italia
all'OshoFestival
di Bellaria dove conducono due eventi
E
dopo l'OshoFestival:
Tantra Conciousness vicino
a Roma...
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