La mente e le aspettative

“La mia esperienza,
con migliaia di persone, è che,
quando meditano per la prima volta,
la meditazione accade
con grande facilità...”


Un brano di Osho apparso, inedito, su Osho Times n 196



Osho,
tanti anni fa mi sembrava di essere in grado di meditare... credo! Uno stato bellissimo, silenzioso, trasparente che mi arrivava da chissà dove. Pensavo che questa fosse la meditazione... adesso invece non arriva nulla, c’è soltanto una mente che va a tutta velocità! Che cosa è accaduto?

Accade quasi sempre così. I giorni in cui sentivi accadere in te la meditazione erano i giorni in cui non la cercavi, accadeva semplicemente. Adesso invece cerchi di farla succedere, la differenza è tutta lì. Tutto ciò che ha davvero valore nella vita accade, non puoi farlo succedere, che si tratti di amore, estasi o silenzio.
Tutto ciò che va oltre la mente è al di là della tua capacità di crearlo. Puoi fare soltanto cose che rientrano nelle competenze, nel territorio della men­te. La mente è “colui che fa“, ma l’essere è tutta un’altra cosa. L’essere è soltanto un aprirsi, con una profonda accettazione di ciò che accade, senza lamentele o rancori... gratitudine pura! E anche questo non è qualcosa che fai, è parte di ciò che accade.
Dobbiamo fare una distinzione molto chiara, perché quasi tutti si confondono. Appena ti succede qualcosa di bello, di estatico, la mente desidera immediatamente che accada ancora – di più! – che vada più in profondità.
Quando entra in gioco la mente, tutto viene disturbato. La mente è il diavolo, il distruttore.
Quindi, è necessario essere molto consapevoli del fatto che alla mente non deve essere permesso di interferire nelle cose che appartengono al trascendente, all’aldilà. La mente va bene come meccanico; come tecnico è perfetta. Dai alla mente compiti che sia in grado di eseguire, ma non permettere che interferisca in ciò che va oltre le sue capacità. Purtroppo, uno dei problemi è che la mente non è altro che desiderio, desiderio di qualcosa di più. Per quanto riguarda il mondo del fare, puoi avere una casa più grande, una casa migliore, dei mobili più belli... puoi migliorare tutto, perché ciò rientra nelle capacità della mente.
Ma oltre la mente… la mente può soltanto desiderare e ogni desiderio è destinato a essere frustrato. Invece di più meditazione, ti porterà più frustrazione. Invece di più amore, ti porterà più rabbia. Invece di silenzio e pace, porterà un aumento nel traffico dei pensieri. Succede quasi a tutti ed è naturale venirne fuori.

Dici: “Tanti anni fa mi sembrava di essere in grado di meditare... credo! Uno stato bellissimo, silenzioso, trasparente che mi arrivava da chissà dove. Pensavo che questa fosse la meditazione... ”. Non te l’aspettavi e nemmeno lo desideravi; era come un ospite. Come una brezza che senti arrivare fino a te, ma non puoi trattenerla né puoi darle ordini. Arriva solo quando vuole e quando lo comprendi, smetti anche di tentare.
Avrai sentito l’espressione: “Provaci e riprovaci”. Io vorrei dirti: non provarci e non riprovarci. Quando emerge l’idea di provarci, immediamente lasciala andare. Ti porterà al fallimento, alla frustrazione, invece se riesci a lasciarla cadere… e tutti possono farlo, perché non ti porterà mai da nessuna parte. Che problema c’è se si lasciano andare il fallimento, la frustrazione, la disperazione?
Lasciali andare e dimenticati completamente della meditazione. Un giorno, all’improvviso, scoprirai una finestra aperta e una brezza fresca che riempirà il tuo cuore di nuovi raggi. E a quel punto non commettere lo stesso errore! Sii grato per ciò che accade, ma non chiedere di più… e ti arriverà di più. Non chiedere: “Ritorna” perché la richiesta in sé diventerà una barriera.
E ritornerà, arriverà sempre più spesso. Pian piano diventerà il battito stesso del tuo cuore; che tu sia sveglio o addormentato, sarà sempre presente, non andrà mai via. Ma non sarai stato tu a provocarla, non potrai vantarti: “L’ho fatto io”. Potrai dire soltanto: “Ho permesso che l’ignoto lo facesse per me”. Le grandi esperienze penetrano nei nostri piccoli cuori sempre dall’ignoto e quando ci sforziamo di provocarle, diventiamo così tesi che la tensione stessa le rende impossibili.
Quando non ti sforzi e sei rilassata – non ti preoccupi nemmeno della meditazione e cose simili – improvvisamente senti i passi dell’ignoto, qualcosa che arriva da chissà dove e si avvicina. Osserva con meraviglia, non con desiderio; guarda con gratitudine, non con avidità.
Dici: “Adesso invece non arriva nulla, c’è soltanto una mente che va a tutta velocità! Che cosa è accaduto?”. Eri diventato consapevole dell’ignoto, hai avuto un piccolo assaggio di meditazione e poi sei diventato avido, piena di desideri. Questi desideri, questa avidità hanno rovinato tutto il gioco. Ma è ancora possibile rimettere le cose a posto. Guarda la mente che corre continuamente e lascia che corra... osserva, sii soltanto uno spettatore, un osservatore.

Osservare la mente è uno dei più grandi segreti della vita, perché sembra che non possa funzionare, eppure funziona! Mentre osservi, indifferente, non interessato, come se tutto ciò non avesse nulla a che fare con te, i pensieri diventano più radi e sui sentieri della mente diminuisce il traffico.
Pian piano si creano dei piccoli intervalli e all’interno di questi intervalli potrai avere di nuovo un assaggio di ciò che ti succedeva prima. Ma non rincorrerli, non essere avido. Goditeli, ma anche questo passerà... non cercare di aggrapparti. I pensieri verranno ancora e poi ci sarà un’altro intervallo, più lungo; pian piano appariranno spazi più grandi in cui la mente sarà vuota.
Quando la mente è vuota, ciò che è oltre la mente può entrare dentro di te, ma la condizione fondamentale è quella di non aggrapparsi, di non avere attaccamento: va bene se arriva... e se non arriva, va bene lo stesso! Forse non sei pronta, forse non è il momento, ma comunque sii grato. È necessario imparare a osservare e a provare gratitudine. Anche quando non succede nulla di ciò che vorresti dentro di te, sii grato. Forse non è il momento giusto, forse non aiuterebbe la tua crescita.

Ho raccontato spesso la storia di un mistico Sufi, Junnaid. Era il maestro di Al Hillaj Mansoor e diventò molto famoso proprio per questo. Mansoor venne ucciso da fanatici dell’ortodossia e della tradizione e, a causa sua, anche il nome di Junnaid divenne famoso: Mansoor era il discepolo di Junnaid.
Junnaid andava ogni anno in pellegrinaggio al luogo santo dei mussulmani, la Kaaba. Non viveva molto distante dalla Kaaba e ci si aspetta che i mussulmani ci vadano almeno una volta nella vita, altrimenti non sono considerati veri mussulmani.
La Kaaba era così vicino al luogo in cui viveva che riusciva ad andarci ogni anno, insieme ai suoi discepoli. Era un santo rivoluzionario – in realtà, se i santi non sono rivoluzionari non sono santi, ma maschere, attori, simulatori e ipocriti – e la gente dei villaggi che Junnaid doveva attraversare era furiosa con lui. In alcuni villaggi la gente era così arrabbiata che arrivò a non offrire nulla da mangiare, a rifiutare loro persino l’acqua per dissetarsi e a non permettere di fermarsi nel villaggio.
Junnaid era solito pregare – i mussulmani pregano cinque volte al giorno – e sempre dopo ogni preghiera alzava le mani verso dio ed esclamava: “Ti sono così grato. Come posso esprimere la mia gratitudine? Ti prendi cura di me in ogni modo possibile, la tua compassione è infinita e il tuo amore non ha confini”.
I discepoli erano stanchi, perché questo si ripeteva cinque volte al giorno e in situazioni in cui non vedevano nessuna cura da parte di dio: non avevano ricevuto cibo né acqua, neppure un riparo dal sole bruciante del deserto. Una volta accadde che per tre giorni di seguito furono allontanati dai villaggi, a colpi di pietre, senza cibo né acqua né riparo, ma Junnaid continuava la sua preghiera allo stesso modo!
Il terzo giorno i discepoli non resistettero più ed esclamarono: “Basta. Perché continui a dire: ‘Sei pieno di compassione’, ‘Il tuo amore è grande’, ‘Ti prendi cura di noi in ogni dettaglio’? Per tre giorni non abbiamo mangiato nulla, abbiamo sete, abbiamo dormito nel deserto senza un riparo, tremando nel freddo della notte. Di che cosa sei grato?”.
Vale la pena di ricordare la risposta che Junnaid diede ai discepoli. Affermò: “Pensate che non mi sia accorto, in questi tre giorni, che non ci hanno offerto cibo, che ci hanno allontanato e tirato pietre, che siamo assetati, che siamo rimasti per tre giorni all’aperto, nel deserto? Non credete che ne sia consapevole anch’io? Ma ciò non significa che dio non si prenda cura di noi. Forse questo è il suo modo di prendersi cura di noi, forse è di questo che abbiamo bisogno in questo momento. È facile ringraziare dio quando la vita è molto comoda. Quella gratitudine non ha nessun significato. In questi tre giorni ho osservato come, un po’ alla volta, avete smesso tutti di ringraziarlo dopo la preghiera... era un  modo di mettervi alla prova e avete fallito! Anche se arriva la morte, io morirò con gratitudine: dio mi ha dato la vita e me l’ha tolta. Era sua, è sua, sarà sua; chi sono io per interferire nelle sue faccende?”.

Ci saranno volte in cui non troverai momenti di pace, silenzio, meditazione, amore, estasi. Non perdere la speranza. Forse quei momenti sono necessari per portarti a una cristallizzazione, per renderti più forte. Sii grato non soltanto quando va tutto bene, ma anche quando ogni cosa va male. Una persona che riesce a essere grata quando tutto va male è veramente grata; conosce la bellezza della gratitudine; le cose possono andare male all’infinito, ma la sua gratitudine è una tale forza di trasformazione che cambierà tutto.
Non preoccuparti della mente che va a tutta velocità. Lascia che corra più che può, non cercare di fermarla, osserva. Esci dalla mente, disidentificati e lascia che corra; presto – senza alcun dubbio, perché è una legge naturale – inizieranno a esserci degli intervalli. Ma quando accadranno, non rallegrartene troppo, non pensare: “Sono arrivato”. Rimani rilassato. Goditi anche questi spazi, ma senza avidità e senza desiderio, perché svaniranno e, se diventi avido, svaniranno più in fretta. Se non sei avido, se sei privo di desideri, potrebbero rimanere più a lungo.
Questo sono le istruzioni complete alla meditazione. Presto arriverà il giorno in cui la mente sarà completamente silenziosa, piena di grande gioia e di silenzio. Ma ricorda, non l’hai provocato tu. Se pensi di averlo provocato tu, anche per un solo momento, potrebbe svanire. Ricorda sempre che sei una creazione dell’esistenza. Tutto ciò che è grande accade non grazie ai tuoi sforzi, ma perché sei aperto, rilassato e disponibile.

Tieni aperte le porte.
L’ospite arriverà, non è mai successo altrimenti.
L’ospite arriva sempre.

Il figlio di Pat diventa un attore e una sera corre a casa dal padre molto eccitato. “Indovina, papà!” annuncia “mi hanno appena assegnato la mia prima parte: interpreto un uomo sposato da venticinque anni”.
“Continua così, figliolo” dice Pat “e vedrai che un giorno avrai anche tu una parte in cui potrai parlare”.

Nel tuo caso è proprio l’opposto. Adesso hai una parte in cui parli; continua, un giorno avrai sicuramente anche una parte silenziosa. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. La vita deve essere presa in modo giocoso, con un grande senso dell’umorismo. Nei momenti buoni e in quelli cattivi, quando le cose accadono e quando non accadono, quando la primavera arriva e quando, a volte, la primavera non arriva per te…
Ricorda, non siamo noi a fare le cose che stanno al di là della mente: siamo soltanto quelli che le ricevono. Per poter ricevere, devi diventare un osservatore della mente, perché attraverso l’osservazione appaiono gli spazi vuoti e una porta si apre dentro di te. Attraverso quella porta, le stelle possono entrare in te, i fiori possono penetrare dentro di te. Ma anche in questo caso non essere avido, non cercare di trattenerli. Arrivano liberamente e devi ricordare che rimarranno con te soltanto in libertà. Se distruggi la loro libertà, anche loro verranno distrutti. La loro libertà è il loro spirito più autentico.
La mia continua esperienza, con migliaia di persone, è che, quando meditano per la prima volta, la meditazione accade con grande facilità, perché non hanno idea di che cosa sia. Il vero problema sorge una volta che accade: la vogliono, sanno che cos’è e la desiderano. Diventano avidi: accade agli altri e non a loro; e allora gelosie, invidie, ogni genere di cose sbagliate...
Resta sempre innocente per quanto riguarda le cose che sono al di là della mente. Resta sempre un principiante, non diventare mai un esperto. Questa è la cosa peggiore che possa accadere a chiunque!


Tratto da: Osho, The Golden Future #3

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La “fortuna” del principiante!