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newsletter n. 005
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Ancora è forte l'eco del bellissimo OshoFestival di Bellaria e per fortuna già possiamo pensare al prossimo nuovo appuntamento con la festa e la meditazione... MEDITANDO, che anche quest'anno sarà a Verbania sul lago Maggiore con Anando, Shunyo e la musica dal vivo di Marco. Senza dimenticare questo nuovo appuntamento con la NEWSLETTER DI OSHO TIMES quindicinale! Se ti piace condividila e
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Intanto... buona lettura - Akarmo







Una vita perfetta

Musica, famiglia... e Osho!


Dall’Inghilterra all’India...
il “viaggio” di Chinmaya Dunster
uno dei musicisti più sensibili
del mondo di Osho


Domanda: Come è arrivato Osho nella tua vita?


Chinmaya: Per me è iniziato tutto alla fine degli anni Settanta, quando ho incontrato una sannyasin. Come Osho ha espressamente detto molte volte, le donne guidano e gli uomini seguono. È stata questa donna a portare Osho nella mia vita. Mi ha fatto conoscere dei sannyasin e mi ha fatto conoscere alcune meditazioni di Osho, in un centro di Londra, la mia città. Io mi innamorai subito non solo di lei, ma anche dello stile di vita e del modo di essere dei sannyasin. Ma mi ci sono voluti tre anni prima di capire la portata di quello che mi stava accadendo. Non riuscivo a comprendere l’importanza di Osho, di questo tizio con la barba… che bisogno c’era di lui? Non volevo leader o figure analoghe che mi dicessero cosa fare. Nella mia percezione potevamo semplicemente vivere in quel modo senza bisogno di nessuno. Ero abbastanza stupido e mi ci sono voluti tre anni per capire che quel modo di vivere meraviglioso nasceva proprio dal tizio con la barba... e un giorno, mentre guardavo la sua foto durante un gruppo, finalmente l’ho ca­pito! Ed è così che ho preso il sannyas ed è così che sono arrivato a Osho.


Domanda: A quel punto sei andato a Pune… e come è andata?


Chinmaya: Sono andato a Pune per la prima volta a metà degli anni ‘80, quando Osho era appena tornato dalla Comune in Oregon. Nello stesso periodo in cui avevo preso il sannyas avevo cominciato anche a studiare il sarod, uno straordinario strumento a corde della musica classica Hindustani, e suonavo a casa, praticando prima da solo e poi con un insegnante. Suonavo sempre da solo, stavo attraversando quel lungo e faticoso momento di pratica ripetitiva e costante necessario per imparare a padroneggiare la musica classica indiana. A Pune trovai un altro insegnante e continuai la mia pratica. Dopo qualche anno, iniziai a portare il sarod nella Comune e mi sedevo in giardino da solo a suonare. La gente cominciò ad avvicinarsi, ad ascoltare e apprezzare. A volte uno o due indiani con le tablas, uno strumento a percussioni indiano, si sedevano vicino a me e suonavamo insieme. Un giorno finalmente, credo verso la fine dell’ ‘88 e l’inizio dell’ ‘89, Milarepa, che in quel momento era il direttore del dipartimento di musica, mi sentì suonare e disse: “Wow mi piace, questo strumento ha un suono fantastico. Non lo avevo mai visto prima!”. Mi ha portato con lui e sono riuscito qualche volta a suonare alla presenza di Osho, quando era ancora nel corpo.
Ho anche partecipato insieme a Nivedano al progetto Oshoba, una musica creata apposta per Osho (vedi box) e a tante altre meravigliose esperienze musicali come la meditazione Nataraj Live e la creazione di musica East-West, che unisce strutture armoniche occidentali a sonorità orientali
.

>>>>>> continua la lettura




La “fortuna”
del principiante!

La mente e le aspettative

“La mia esperienza,
con migliaia di persone,
è che,quando meditano
per la prima volta,
la meditazione accade
con grande facilità...”

Un brano di Osho inedito


Osho,
tanti anni fa mi sembrava di essere in grado di meditare... credo! Uno stato bellissimo, silenzioso, trasparente che mi arrivava da chissà dove. Pensavo che questa fosse la meditazione... adesso invece non arriva nulla, c’è soltanto una mente che va a tutta velocità! Che cosa è accaduto?


"Accade quasi sempre così. I giorni in cui sentivi accadere in te la meditazione erano i giorni in cui non la cercavi, accadeva semplicemente. Adesso invece cerchi di farla succedere, la differenza è tutta lì. Tutto ciò che ha davvero valore nella vita accade, non puoi farlo succedere, che si tratti di amore, estasi o silenzio.
Tutto ciò che va oltre la mente è al di là della tua capacità di crearlo. Puoi fare soltanto cose che rientrano nelle competenze, nel territorio della men­te. La mente è “colui che fa“, ma l’essere è tutta un’altra cosa. L’essere è soltanto un aprirsi, con una profonda accettazione di ciò che accade, senza lamentele o rancori... ”

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