No! “Ho i miei sistemi!”
risponde Osho a chi gli fa notare
che ha risposto non alla discepola
che gli aveva posto la domanda,
ma a una sua omonima...


Un brano di Osho apparso, inedito,
su Osho Times n 196


Osho,
più medito, più mi sento vuota dentro. Avevo l’idea che meditando ci si trasforma lentamente in esseri più amorevoli e pieni di risate, ma io mi sento sempre più vuota e sfuggo il contatto con gli altri. Adesso preferisco stare da sola, ma non mi sento felice; questo vuoto dentro di me mi fa sentire una profonda tristezza. Che cosa mi succede?

Dolma, so che cosa ti manca: la fiducia. E non sei riuscita a liberarti del senso di colpa che porti dentro di te. Mi è stato chiesto se fosse il caso di permetterti di rientrare a far parte di questa Comune, dal momento che hai fatto parte del gruppo di persone che ha distrutto la Comune in America, ma non me la sono sentita di impedirti di tornare.
Per te sarebbe estremamente utile rivelare in che modo hai partecipato a quegli avvenimenti distruttivi – perché eri parte integrante della banda – e invece nascondi tutto. È questo che ti fa sentire vuota, perché altrimenti qui nessun altro si sente vuoto. Chi va dentro di sé non trova il vuoto ma il nulla, che è completamente diverso dal vuoto.
Il vuoto è triste. Il nulla è solo un altro modo per definire la pienezza... qualcosa che ti inonda. Non senti sorgere amore perché il tuo senso di colpa è pesante. Sei ancora in tempo: se confessi tutto ciò che hai fatto, ti sentirai sollevata.
Qualche giorno fa Patipada mi ha scritto chiedendo di tornare a far parte della Comune. Tempo fa le avevo chiesto delle scuse, perché si trovava anche lei nella tua stessa situazione, anche se non era stata coinvolta nella distruttività allo stesso livello. Aveva risposto: “Non sento di aver fatto nulla di male e non sento di dovermi scusare” e io gli avevo detto: “È una scelta tua, ma non puoi far parte della Comune, è meglio che te ne vai”.
Ora, dopo due mesi è tornata e ha scritto una lettera, affermando tra le la­cri­me: “Mi dispiace tanto. So di aver sba­gliato e di aver preso parte a tanti mi­sfatti che hanno favorito il governo ame­ricano nel distruggere la Comune. Sbagliavo a dire che non ho nulla di cui scu­sarmi. Mi dispiace e chiedo perdono”.
Ho risposto: “Se ciò che dici viene dal profondo del cuore, se non è soltanto una strategia politica, diplomatica, troverai di nuovo la tua casa tra la mia gente. Ti darò un’altra possibilità”.
Speravo che Dolma avrebbe espresso le sue colpe e si sarebbe scusata, ma non l’ha fatto. È qui, ma non può far parte della Comune a causa dei suoi sensi di colpa. Pensa: “Mi sono comportata male, ho abusato della fiducia, dell’amore e della compassione…”. Si troverà da sola tra le migliaia di persone presenti, circondata da un muro creato dal suo stesso senso di colpa.
Se vuole essere libera, deve confessare e la confessione non dev’essere di­ploma­tica. Se è diplomatica, non serve a nulla. Se è autentica, trasformerà im­mediatamente la tristezza in risate, la so­litudine in un incontro importante, permettendole di immergersi nella Comune.
La tua domanda non sfiora neppure il vero problema. È strano, la gente ha dei problemi, ma fa domande su qualcos’altro, senza esporsi. Fai una do­manda sulla meditazione come se fossi una meditatrice. Dici: “Più divento vuota dentro”, ma so che non sei mai entrata dentro di te.
Se ci fossi stata, anche solo una volta, avresti compreso immediatamente di essere in debito con la Comune, di doverle almeno le tue scuse.
Dici: Avevo l’idea che meditando ci si trasforma lentamente in esseri più amorevoli e pieni di risate. Ma comprendi quello stai chiedendo? Avevo l’idea che meditando... Di certo non è la tua esperienza, è soltanto l’idea che ci si trasforma lentamente in esseri più amorevoli e pieni di risate, ma io mi sento sempre più vuota e sfuggo il contatto con gli altri. Ma questo non succede perché mediti.
Affronta la realtà, guardati allo specchio e togliti la maschera! E quella che è soltanto un’idea si dimostrerà falsa.
Medita, ma in questo momento, nella condizione in cui sei, non puoi meditare. Dato che non puoi meditare, il senso di colpa non ti permette di mescolarti con le persone, perché sono le stesse che hai tradito.
È possibile accettarlo, perché sbagliare è umano. Ed è ancora più umano comprendere di aver sbagliato, di aver commesso un errore. Non è qualcosa di cui avere paura. Non ti sto mandando all’inferno, ma se non ammetti e non comprendi ciò che tu e il gruppo di cui eri parte intrinseca avete combinato, rimarrai vuota e inizierai ad allontanarti dagli altri e,  alla fine, creerai il tuo inferno personale.
L’inferno non è da qualche parte, non è un luogo geografico. È la tua psicologia, una psicologia che è confusa, disordinata ed è diventata brutta, quindi ha paura di esporsi al sole e al vento.
Devi fare proprio questo, Dolma: cercare dentro di te perché nessuno sa meglio di te che cosa succedeva nel gruppo di cui facevi parte, quali trip di potere vi siete fatti, quale incapacità di vedere le cose e quali atti hai compiuto, favorito o subito in quella cecità.
Se non alleggerisci il tuo cuore, per me è molto difficile aiutarti. Sentirai una profonda tristezza. Provo compassione per te, perché non condanno nessuno. Le persone sono inconsapevoli, agiscono senza comprendere quali saranno le conseguenze.
Non si tratta soltanto di te, sono tutti nella stessa barca. Bisognerebbe essere sempre attenti in modo da accorgersi che quando abbiamo fat­to qualcosa di sbagliato, pur avendo la sensazione che non fosse la cosa giusta da fare, lo abbiamo fatto lo stesso per ottenere potere, prestigio, rispettabilità.
Nessuno nel gruppo al quale appartenevi nella Comune in America era un meditatore, non avevano il tempo di meditare: cospiravano per fare cose di ogni genere, persino assassinare delle persone. Forse tu non hai fatto nulla, ma facevi parte del gruppo e sei rimasta in silenzio, quindi sei responsabile tanto quanto la persona che ha compiuto l’atto.
Non c’è nessun problema: confessa ogni cosa. Scrivi una lettera e dichiara tutto ciò che hai fatto e ciò che sapevi che gli altri stavano facendo senza obiezioni da parte tua, anzi con il tuo sostegno. Sarai libera da questo senso di colpa e dal vuoto, e la felicità non è molto lontana, la meditazione è un tuo diritto. Chi entra nella meditazione entra sempre nella pienezza, nel nulla.
Il nulla non è vuoto. Il nulla è “nessuna cosa”, uno spazio, puro e senza ostacoli: il cielo intero diventa disponibile dentro il proprio essere.
 
Il figlio di Kowalski si comporta in modo strano, quindi Kowalski lo porta dallo psichiatra.
“Dimmi, figliolo” chiede lo psichiatra “quante ruote ha un’automobile?”
“Quattro” risponde il ragazzo.
“Benissimo” dice lo psichiatra. “E che cosa sono quelle cose che sono quattro nella mucca e due nella donna?”
“Gambe” risponde il ragazzo.
“Bene” afferma lo psichiatra. “E che cos’è che tua madre ama di più in tuo padre?”
“I soldi” replica il ragazzo.
Lo psichiatra si volta verso Kowalski e dice:
“Non devi preoccuparti, tuo figlio è molto intelligente.”
“Dev’essere vero” afferma Kowalski. “Io ho sbagliato le ultime due risposte!”
 
Ammetti ciò che hai perso e ti sentirai più leggera e contenta, e sarai di nuovo accettata, nessuno ti respingerà. Ma nella Comune in America eri diventata parte di un gruppo che si era separato dal resto della Comune di cinquemila persone. Venti don­ne soltanto che volevano dominare tutti gli altri... è un comportamento molto umano.
Visto che ero in isolamento e in silenzio, non parlavo con nessuno, non incontravo nessuno, questo gruppo di potere ha raggiunto una grande supremazia, dando vita a un suo ego trip.
La cosa più semplice per te è ammettere di aver sbagliato e sentire che ti dispiace... e nessuno sarà arrabbiato con te. Io non insegno a giudicare e tutti proveranno comprensione e saranno amorevoli con te. Ciò che è accaduto, è accaduto, ma possiamo cambiare il futuro. Il passato è già finito, ma se continui a portartelo dietro non è concluso. È presente e sarà anche il tuo futuro. Sarà come un cancro che ti ucciderà.
 
Paddy guida la sua vecchia Ford lungo una strada di montagna piena di curve. Improvvisamente una lussuosa auto sportiva che va nella direzione opposta lo manda quasi fuori strada. A peggiorare le cose, la giovane donna alla guida dell’auto sportiva sporge la testa dal finestrino e gli grida: “Maiale!”.
Immediatamente Paddy reagisce fu­rioso mettendo anche lui la testa fuori dal finestrino e gridandole di rimando: “Stronza!”.
Poi continua, fa la curva e subito dopo si scontra frontalmente con un enorme maiale che era in mezzo alla strada!
 
Non puoi sfuggire a ciò che sei. Continuerai a incontrare te stessa ogni volta. In qualche altra curva della strada, incontrerai te stessa.



Molti dei discepoli che assistevano a questo discorso di Osho si accorsero che la Dolma alla quale lui stava rispondendo non era la stessa che gli aveva posto la domanda e ci furono non poche discussioni su questo suo errore, fino a quando, un paio di giorni dopo, gli fu posta un’altra domanda:


Osho,
l’altra sera ti ho sentito rispondere a una sannyasin americana, Dolma, in risposta a una domanda posta da un’altra Dolma. Doveva essere la domanda che la prima Dolma aveva bisogno di porre, ma che non avrebbe mai fatto, quindi l’hai aiutata.
La tua compassione è incredibile.
È interessante il fatto che molti san­nyasin si siano preoccupati perché avevi scambiato le due Dolma e hanno pensato che avessi “sbagliato”.
Puoi commentare?
 
Non ho usato il nome completo, Anurag Dolma, perché volevo ri­spon­dere a un’altra Dolma che era qui due mesi fa, si è fermata soltanto due giorni e ha detto a tutti: “Questo non è più il posto per me e queste non sono le persone con cui voglio vivere”. E se n’è andata.
Di sicuro sapevo che la domanda non poteva essere stata rivolta da quella Dolma. Ma come lei aveva bisogno della risposta, ne avevate bisogno anche voi. Le Dolma potevano essere diverse, ma in fondo le domande erano identiche. Inoltre, non ho risposto alla domanda ma alla persona.
Entrambe le Dolma hanno simili problemi di personalità. Tu sei più coraggiosa, perché sei rimasta, l’altra era più vigliacca. Invece di ammettere di aver tradito la Comune, ha pensato che fosse meglio andarsene. Non riusciva a vedersi nello specchio delle migliaia di occhi intorno a sé. Tutti quegli occhi avrebbero riflesso la sua colpa. E come avrebbe potuto affrontare me? Non ha neppure posto una domanda o scritto una lettera.
Non c’è nulla di sbagliato, ho i miei sistemi. Questa non è una scuola, un luogo di insegnamento, è il mondo di un maestro che si preoccupa delle potenzialità del vostro essere. Se consideri queste potenzialità, gran parte delle domande riguarda te. Forse non ti ci sei imbattuta oggi, forse accadrà domani. O forse hai sollevato la questione dentro di te ieri, ma non hai avuto il coraggio di esporti.
Ogni domanda dev’essere intesa come relativa a tutta la Comune. Soltanto così è possibile imparare al massimo. Se pensi: “Questa è la domanda di Deva Dolma, non ha nulla a che fare con me”, ti stai lasciando sfuggire qualcosa di importante. Qualcosa nella domanda dev’essere anche parte di te, espressa o inespressa. Alcuni hanno tradito, alcuni tradiranno... io non mi rivolgo alle singole domande, ma a tutta la Comune, all’intera atmosfera in cui vuoi vivere e crescere.
Il fatto che risponda alla domanda di qualcuno è soltanto una strategia. Non è neppure necessario menzionare il nome, perché la domanda come tale appartiene, più o meno, a ogni essere umano.

Testi di Osho tratti da:
Om Shantih Shantih Shantih


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