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Imparare
ad amare se stessi
Terapia...
dal dolore alla gioia
Intervista
a Svagito
presto
anche a Bellaria
all'OshoFestival
Domanda:
Recentemente ho letto un
articolo dove si affermava che
molte persone possono arrivare a
fiorire nella loro vita senza
passare attraverso le catarsi,
il dolore o l’esplorazione del
lato oscuro, ma piuttosto
orientandosi verso la gioia.
Pensi che ciò sia possibile? Si
può raggiungere la gioia senza
passare attraverso il dolore?
Svagito: C’è una differenza
tra dolore psicologico e dolore
esistenziale, anche Osho l’ha
affermato. Naturalmente, c’è un
dolore che sperimentano tutti,
per esempio il dolore del corpo,
quando si è malati o si diventa
vecchi. Tutti fanno questa
esperienza a un certo punto
della propria vita. È un dolore
che è parte fondamentale della
vita, per il semplice fatto che
abbiamo un corpo. Poi c’è un
altro dolore che è più di tipo
psicologico o autogenerato.
Questo tipo di dolore non è
necessario, tuttavia dipende
dalla propria consapevolezza:
più si è coscienti e meno dolore
psicologico si prova. Ciò vuol
dire che se non sei molto
consapevole, proverai un certo
dolore psicologico, non è
possibile evitarlo. Per esempio,
nelle Costellazioni familiari, e
anche nel lavoro sui traumi,
posso vedere situazioni in cui
nel passato c’è stato un
avvenimento doloroso o
scioccante che non siamo stati
in grado di affrontare oppure
situazioni in cui siamo
identificati con il fatto di
essere un bambino all’interno di
una famiglia, o in cui siamo
così identificati con il corpo
che proviamo dolore. A volte,
questo dolore raggiunge
un’intensità intollerabile e
dobbiamo passare attraverso
questa esperienza. Osho ci
suggerisce, a quel punto, di
esprimerci in un processo
catartico. Dobbiamo passare
attraverso quel dolore per
guarirlo, è inevitabile, ma
naturalmente dipende tutto dal
livello di consapevolezza. Un
altro esempio: un bambino molto
legato alla famiglia sentirà il
dolore dei genitori. Se sente il
trauma dei genitori o dei nonni,
a un certo livello lo porterà
con sé, sarà parte della sua
vita e del modo in cui la vive.
Ci sono tante persone che
pensano di essere felici e di
non provare alcun dolore, ma
fondamentalmente lo stanno
reprimendo, non vogliono
vederlo e lo evitano. Le persone
che sembrano sempre felici,
secondo me, stanno evitando
qualcosa. Non penso che sia ciò
che Osho chiamava estasi.
L’estasi non è opposta al
dolore, è uno stato della
coscienza.
Domanda: Esistono
davvero nuovi metodi
terapeutici che non sono
catartici e possono aiutare in
modo più morbido e facile?
Svagito: Sì, ma questi
metodi...
>>>>>>
continua la lettura
Vivi le tue
passioni...
...e
poi liberatene,
sono solo giocattoli!
Un
brano di Osho inedito
Osho,
da un lato mi accorgo
di avere davvero voglia di
lasciare andare la mia gelosia,
i giudizi, l’avidità, la rabbia
e tutte queste cose orribili.
Dall’altro però vedo come mi
aggrappo, con riluttanza, ad
alcuni lati della mia
personalità in cui mi piace
continuare a indulgere: fare il
clown, o lo zingaro un po’
avventuriero... la passione.
Perché ho così tanta paura che
l’essere solo un osservatore
sarebbe noioso?
"Comprendo il grosso conflitto in
cui ti trovi. Dici: “Da un lato mi
accorgo di avere davvero voglia di
lasciare andare la mia gelosia, i
giudizi, l’avidità, la rabbia e
tutte queste cose orribili.
Dall’altro però vedo come mi
aggrappo, con riluttanza, ad
alcuni lati della mia personalità
in cui mi piace continuare a
indulgere: fare il clown, o lo
zingaro un po’ avventuriero... la
passione. Perché ho così
tanta paura che l’essere solo un
osservatore sarebbe noioso?”.
Probabilmente
non hai sufficiente esperienza. Di
queste grandi cose hai solo
sentito parlare: che se lasci
andare la gelosia, i giudizi,
l’avidità, la rabbia e tutte
queste cose orribili, allora tutti
i piaceri e le beatitudini del
paradiso si riverseranno su di te.
In realtà non ti interessa davvero
abbandonarli. Se potessi ottenere
tutti i piaceri e le estasi
dell’illuminazione e tenerti anche
la tua gelosia, i giudizi,
l’avidità e la rabbia, penso che
ne saresti immensamente felice.
Il
problema è che dovrai scegliere.
Ma come farai ad abbandonare
l’avidità e la gelosia e i giudizi
e la rabbia, se ami la tua
passione, fare il clown, il tuo
zingaro vagabondo?
Il mio
suggerimento è: prima goditi al
massimo il tuo zingaro vagabondo,
la tua passione, il tuo clown.
Saziatene, non creare una
divisione. È ciò che accade a
molti, quando sentono grandi
parole: creano una divisione
interiore. Non voglio vederti
diventare schizofrenico; voglio
che tu sia perfettamente sano,
psicologicamente e spiritualmente.
Il mio suggerimento è: continua a
indulgere nelle tue passioni il
più possibile, finché non ne sarai
davvero stufo. Il primo passo deve
essere questo. Solo allora potrai
fare il secondo passo, con molta
facilità.
Quando
avrai davvero finito, non potrai
che lasciare andare gelosie,
avidità, giudizi, rabbia. Che te
ne farai di queste cose? Fanno
parte dello stesso pacchetto... ma
inizia con la passione, perché non
ho mai sentito di un singolo
individuo che non si sia stufato
della passione.
Sì, se
vivi un po’ freddamente, senza
entusiasmo forse non arriverai mai
a stufarti. Vivi invece
totalmente, riversa la tua intera
energia nelle tue passioni, nella
tua vita da clown, o da zingaro
vagabondo, e in breve scoprirai
che quello che pensavi ti avrebbe
portato immensa gioia ha solo
consumato le tue energie e ti ha
lasciato nelle condizioni di una
cartuccia usata. Solo allora
riuscirai a lasciare la gelosia e
non avrai neppure bisogno di
lasciarla andare: se ne andrà da
sola. E al terzo passo non
riuscirai neppure a chiedere: ma
osservare e basta non sarà noioso?
Pensi che io sia stufo?"
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